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bianco, mentre il giapponese la cerca. Il cinese è completamente sod-
disfatto di quella specie di lavori che il bianco disdegna, mentre il
giapponese anela ad affrontare il bianco sul suo stesso terreno per
èspellernelo. Il cinese si adatta ad una condizione di semiservitù, il
giapponese pretende l'uguaglianza. Come disconoscer i pericoli di ten-
denze tanto sovversive delle gerarchie tradizionali che la natura ha
prescritte alle razze umane? Da queste doglianze all'invocar temperati
i divieti mercè i quali s'è aperta la via alla funesta infiltrazione nip-
ponica è breve il passo. Ed assai prossimi ad adattarvisi si mostre-
rebbero diversi autori, che alla presenza dei cinesi riconoscono la
virtù di unico antidoto efficace contro il prevalere incontrastato della
nuova minacciosa invasione.
L'illogicità apparente della curiosa inversione subitamente
prodottasi nel comune punto di vista con cui l'opinione pubblica con-
sidera le qualità ed i difetti dei gialli basterebbe per sè stessa ad au-
torizzare il sospetto che le accuse d'ordine morale e sociale che ad
essi si rivolgono abbian per scopo di dissimulare con plausibili pretesti
qualche men confessabile motivo per la loro esclusione. Nè l'ipotesi
appare troppo arrischiata quando si scendono ad analizzare a una a
una le ragioni che si adducono circa i caratteri inferiori e perciò peri-
colosi della loro arretrata mentalità.
Non ci sembran seri anzitutto i timori che si manifestano circa
la degenerazione inevitabile di cui sarebbe fonte l'intervento di nuclei
considerevoli di asiatici nella vita politica delle varie democrazie
bianche che li respingono. Uri confronto sintetico dell'opera compiuta
dal parlamento del Giappone e da quelli di California, di Columbia,
d'Australia o del sud-Africa non deporrebbe certamente a favore della
superiorità assoluta di questi ultimi. E quando si pensa alla corru-
zione sfrenata che domina la vita pubblica californese, alle meravi-
gliose gesta degli amministratori di S. Francisco, emuli sfortunati dei
riveriti capi del banditismo new-yorkese della Tammany Hall, acqui-
stano un comico sapore le inquietudini che si affacciano rispetto alla
possibile venalità elettorale dei pochi mongolici ammessi ai diritti di
cittadino. E' noto quale eterogeneo miscuglio di elementi torbidi,
violenti, senza scrupoli costituisca il fondo delle variopinte società
che l'espansione anglo-sassone e la scoperta dell'oro bau disseminate,
dal Klondike, da Vancouver e da S. Francisco a Sydney, a Melbourne,
ad Auckland, a corona del Pacifico (1). Come non accogliere con largo
(1) Cfr., per la società californese, Bryce, La république américaine (ediz. franc.),
tomo IV, pag. 76 e segg.