— 533 - col regolare le forme e la misura dei soccorsi ai diseredati della fortuna. A simile enunciazione del compito del principe si ispira la poli- tica dei due ultimi Luigi in materia di assistenza pubblica. Ne alcuno si meraviglierà di ravvisare in Turgot il primo fautore ed applicatore di siffatte provvidenze statali, quando ricordi fino a qual punto il senso ili una dottrinaria solidarietà umana, ispirato alla filosofia dell'epoca, si associa nel geniale fisiocrate alle precor- ritrici intuizioni delle libertà economiche, dalla sua scuola ardita- mente bandita. L'intervento dello Stato nella organizzazione dell'assistenza non doveva d'altronde, secondo lui. esser usurpatore, nò tanto meno monopolistico a danno dell'iniziativa privata. Doveva essenzialmente consistere in un'opera sapiente, avveduta, equa e misurata di inte- grazione tutelare, facente capo ad una carità razionale, ispirata, oltreché ai fini dell'ordine pubblico (di cui quasi esclusivamente si preoccupano le legislazioni anteriori) ai diritti individuali dei poveri e agli scopi di una provvida educazione rigeneratrice. Chiudendo quindi i depositi di mendicità, veri ergastoli penali, e diffondendo in lor vece l'istituzione dei laboratori di carità, sus- sidiati dallo Stato, ma alimentati in buona parte dalla generosità privata, il Turgot non fece che attuare le prime linee di un pro- gramma, che l'abbandono del ministero, dopo soli due anni di go- verno, lo costrinse ad interrompere. Dalle sue riforme prende però le mosse il Necker, che, arrivando al potere, trova un'opinione pubblica mirabilmente preparata e di- sposta a secondare le più ardite soluzioni dei problemi della bene licenza: ma che, non men sollecito del suo predecessore del bene degli umili, si scosta tuttavia alquanto dal suo indirizzo, accen- tuando viemmeglio, nei provvedimenti relativi alla mendicità, agli ospedali, alle misure preventive contro particolari infermità, il principio del doveroso intervenzionismo dello Stato « interprete e depositario dell'armonia sociale » contro la tradizione confessionistica della carità individuale libera. Si afferma e consolida da allora veramente il concetto dell'assi- stenza pubblica obbligatoria, ispirata, più che a opportunità d'or- dine sociale, a schietti ideali filantropici ; al conseguimento dei quali vengon coordinandosi le provvidenze molteplici che, negli ultimi anni della monarchia, tendono a regolare, concentrare, redistribuire l'ingente patrimonio benefico, formato, oltreché dei larghi sussidi governativi, dei redditi delle fondazioni speciali, delle liberalità