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col regolare le forme e la misura dei soccorsi ai diseredati della
fortuna.
A simile enunciazione del compito del principe si ispira la poli-
tica dei due ultimi Luigi in materia di assistenza pubblica. Ne
alcuno si meraviglierà di ravvisare in Turgot il primo fautore ed
applicatore di siffatte provvidenze statali, quando ricordi fino a
qual punto il senso ili una dottrinaria solidarietà umana, ispirato
alla filosofia dell'epoca, si associa nel geniale fisiocrate alle precor-
ritrici intuizioni delle libertà economiche, dalla sua scuola ardita-
mente bandita.
L'intervento dello Stato nella organizzazione dell'assistenza non
doveva d'altronde, secondo lui. esser usurpatore, nò tanto meno
monopolistico a danno dell'iniziativa privata. Doveva essenzialmente
consistere in un'opera sapiente, avveduta, equa e misurata di inte-
grazione tutelare, facente capo ad una carità razionale, ispirata,
oltreché ai fini dell'ordine pubblico (di cui quasi esclusivamente si
preoccupano le legislazioni anteriori) ai diritti individuali dei poveri
e agli scopi di una provvida educazione rigeneratrice.
Chiudendo quindi i depositi di mendicità, veri ergastoli penali,
e diffondendo in lor vece l'istituzione dei laboratori di carità, sus-
sidiati dallo Stato, ma alimentati in buona parte dalla generosità
privata, il Turgot non fece che attuare le prime linee di un pro-
gramma, che l'abbandono del ministero, dopo soli due anni di go-
verno, lo costrinse ad interrompere.
Dalle sue riforme prende però le mosse il Necker, che, arrivando
al potere, trova un'opinione pubblica mirabilmente preparata e di-
sposta a secondare le più ardite soluzioni dei problemi della bene
licenza: ma che, non men sollecito del suo predecessore del bene
degli umili, si scosta tuttavia alquanto dal suo indirizzo, accen-
tuando viemmeglio, nei provvedimenti relativi alla mendicità, agli
ospedali, alle misure preventive contro particolari infermità, il
principio del doveroso intervenzionismo dello Stato « interprete e
depositario dell'armonia sociale » contro la tradizione confessionistica
della carità individuale libera.
Si afferma e consolida da allora veramente il concetto dell'assi-
stenza pubblica obbligatoria, ispirata, più che a opportunità d'or-
dine sociale, a schietti ideali filantropici ; al conseguimento dei quali
vengon coordinandosi le provvidenze molteplici che, negli ultimi
anni della monarchia, tendono a regolare, concentrare, redistribuire
l'ingente patrimonio benefico, formato, oltreché dei larghi sussidi
governativi, dei redditi delle fondazioni speciali, delle liberalità