NAZIONALISMO F.I) INTERNAZIONALISMO ECONOMICO 35!> annessionista, in un rapporto di ostilità effettiva, quando en- trambi mirano all'annessione di uno stesso territorio, od in ogni caso di ostilità virtuale, nella previsione di annessioni future. Ed è così che l'annessione economica e politica dei paesi nuovi ai paesi vecchi contiene già in germe la rivalità e la guerra fra le vecchie nazioni. Ma non basta. L'impiego estero dei capitali dà luogo nei paesi mutuanti ad una necessaria eccedenza delle impor- tazioni sulle esportazioni, corrispondente appunto agli inte- ressi dei debiti esteri. Ora codesta eccedenza costituisce una immanente minaccia per le industrie nazionali del paese mu- tuante, le quali pertanto domandano di essere protette con dazi. Ed ecco come, a strascico del capitalismo internazionale, si intronizza il protezionismo. Ecco perchè economisti, i quali avevano fatta del libero scambio la propria bandiera, pei quali tutta l'economia pratica riduoevasi alla demolizione dei casotti daziari, abbassano improvvisamente il proprio stendardo in- nanzi al trionfo del nazionalismo economico e non hanno più una parola, o uno scatto contro i pifi acerbi dazi protettori. Ed il nazionalismo economico suscita l'infierire del pro- tezionismo anche per un'altra ragione: perchè le guerre, cui esso provoca fatalmente, impongono di regola la introduzione del corso forzoso; il quale, creando dei premi di esportazione, sia pure temporanei, induce gli Stati a valuta buona a pro- teggere con dazi le proprie industrie minacciate. Così, succes- sivamente alla grande guerra, il Canadà ha aggiunta alla sua legge daziaria una clausola della valuta, per cui, agli effetti del dazio ad valorem, la diminuzione del valore della moneta del paese esportatore viene presa in considerazione soltanto fino al limite del 50 per cento. Ora da ciò deriva che, appena il deprezzamento di quella moneta superi questo livello, il dazio raggiunge una misura esorbitante. Così, per esempio, se prima della guerra il marco tedesco valeva 24 centesimi di dollaro canadiano, dopo la guerra se lo valuta al minimo a 12 centesimi; il che, avuto riguardo all'enorme deprezza- mento del marco, e quindi all'enorme prezzo dei prodotti te- deschi valutati in marchi, equivale talora ail un dazio del decuplo. Ma osserviamo il paese classico di queste esperienze, l'Inghilterra. Quivi lo sviluppo del capitalismo tende sempre