242 GIOELE SOLARI degli individui, sempre pronti a insorgere contro il sovrano che viola il diritto naturale per la cui difesa lo Stato è creato. Con questa teoria era compromessa la forza e la stabilità dello Stato, e si erigeva l'individuo a giudice del sovrano. Nè il patto politico poteva fornire valida garanzia contro l'arbitrio, perchè giudice della violazione del patto era in ultima analisi il popolo, cioè la pluralità degli individui. Perciò la dottrina assolutista dal Machiavelli al Bodin, all'Hobbes, a Spi- noza aveva conoordemente negato il diritto di resistenza come incompa- tibile con la natura stessa della sovranità. Per i giusnaturalisti della scuola del Grozio tale diritto poteva concepirsi come diritto naturale, ma non era più giustificato nello stato civile e nel diritto |x>sitivo. Senonchè le soluzioni assolutistiche per salvaguardare l'unità dello Stato finivano per negare il diritto inalienabile dell'uomo di difendere sè e il proprio diritto contro le violazioni del potere sovrano. Il conflitto tra la volontà del sovrano e il diritto naturale individuale rimaneva insoluto. Il Rousseau doveva avviare il problema verso la sua vera soluzione so- stenendo l'identità sostanziale tra il diritto assoluto del sovrano e il di- ritto naturale degli individui considerati come membri dello Stato « dont ils doivent jouir en qualité d'hommes . Nel Rousseau era ugualmente vivo il senso dell'unità e della assolutezza della sovranità e il rispetto del diritto e della dignità umana. Gli individui mediante il patto creano lo Stato come persona morale, come essere di ragione, cioè in condizioni che esso non può commettere nè errore, nè ingiustizia. Come corpo unitario, indivisibile esso non può contrarre verso altri obbligazioni che deroghino all'atto da cui trae la sua esistenza. Prodotto degli individui il sovrano non ha, nè può avere interessi a loro contrari, non può avere la volontà di nuocere, « n'a nul besoin de garant envers les sujets > (Contrai, I, c. 7). Solo l'individuo che persegue fini particolari contro la volontà comune può trovarsi in contrasto con lo Stato, non l'uomo del patio che ha accettato la sovranità della legge espressione della sua vera umanità. Senonchè nel Rousseau rimaneva sempre la possibilità di un con- flitto tra l'individuo e la volontà generale in quanto questa si determina mediante la maggioranza, cioè la pluralità degli individui, mentre era per- manente il conflitto tra il potere legislativo sovrano e il governo che è un « nouveau corps » interposto tra il sovrano e gli individui, una nuova « per- sonne morale » entro la < personne morale » dello Stato, un « tout subal- terne dans le tout » che trae dal sovrano una « vieemprunté et subordinée » ma « réelle » e rimane « ministre du souverain » senza volontà propria e oon molteplici limitazioni, ma munito verso i singoli della necessaria auto- nomia per l'esecuzione della legge. L'individuo pertanto se non poteva te- mere ingiustizia da parte del sovrano e della volontà generale, doveva te-