— 64 — esperienza e scienza avevano concordemente poste come vere. E passo sopra al ricordo degli articoli accesi che si lessero durante il mese di agosto sui giornali quotidiani contro gli accaparratori e dei provvedimenti con cui a gara i Comuni attesero in quel memorabile mese ad imporre calmieri, e ad invocare perquisizioni e requisizioni forzate. Sono, questi ultimi, i frutti delle stagioni di orgasmo; e di essi aveva già fatta giustizia Alessandro Manzoni in quel capitolo della carestia a Milano, che ogni studioso di cose economiche dovrebbe considerare come una pagina classica della nostra letteratura scientifica. Se non queste naturali risurrezioni di stati d'animo, che nessuno si era illuso fossero tramontati per sempre, essendo essi invece probabilmente eterni, come è eterna l'impressionabile natura umana, sono invece degne di attento esame quelle manifestazioni più serie del pensiero contemporaneo, le quali fanno quasi pensare al crollo della scienza antica ed alla instaurazione di nuovi principii inspirati alla esperienza bellica odierna. Non tanto perchè questi siano tempi opportuni per impensierirsi della sorte più o meno lacrimevole di una qualsiasi disciplina scientifica; quanto perchè la nostra è una disci- plina la quale inspira o dovrebbe inspirare la condotta pratica degli uomini e può quindi diventare, pure nelle competizioni internazionali e nelle conquiste di ideali nazionali, un fattore di insuccesso, se essa si fa seminatrice di errori, o di vittoria, se essa sa indicare la via della verità. Orbene, sembra a me che questa, la quale, come non è stata la prima così non sarà l'ultima guerra combattuta tra uomini, non abbia affatto avuto la virtù miracolosa di mutare in errori le verità scientifiche e di distruggere il valore di una disciplina faticosamente formatasi in parecchi secoli di ela- borazione. Tanto varrebbe affermare che coloro che nelle sale di questa Accademia dei Georgofili disputarono nei secoli xvm e xix intorno alle leggi della ricchezza, precorrendo le scoperte di scienziati stranieri, che gli Adamo Smith, i Ricardo, i Mill, i Say, i Ferrara e gli altri fondatori e perfezio- natori della scienza economica, non avessero mai saputo l'esistenza del fatto bellico; mentre essi non solo ne trattarono ma ne furono talvolta attori e ministri. È illogico diventare protezionisti solo perchè la guerra odierna sembra aver tramutati in campi chiusi quelle che erano finora economie aperte alle importazioni straniere. Coloro i quali additano ancora una volta la posizione della Germania e dell'Inghilterra rispetto all'approvigionamento dei cereali e delle altre derrate alimentari ed affermano che la guerra ha provato l'errore commesso dagli inglesi per aver trascurato di erigere ai confini un'alta barriera doganale atta a proteggere l'impero dal pericolo della fame così come