— 46 — libero scambio ? Le storie raccontano invece, a quanto pare, di enclosures, di chiusure di beni comunali, di evizioni di piccoli tenants in Inghilterra ed in Scozia, di scomparsa dei ceti numerosi di piccoli freeholders in epoche più antiche, durante quei secoli xvu e xviii e primo terzo del xix, che i prote- zionisti vantano come la culla protezionista della grandezza industriale del- l'Inghilterra, malvagiamente convertitasi dappoi al liberismo. E sembra anche ragionevole che i grandi proprietari fossero stimolati all'evizione dei tenants piccoli e medi dai prezzi alti garantiti dalla protezione doganale e dalla convenienza, la quale non è nè libero scambista ne protezionista, ma sempli- cemente economica, di accrescere la rendita netta dei terreni, mercè la grande cultura, la quale fu la più adatta per un lungo periodo storico ed in parte è ancora la più adatta a massimizzare il reddito netto della terra inglese. Porre il problema: quale dei due sistemi, il liberista od il protezionista è il più favorevole alle sorti della piccola proprietà ? è porre un problema anti- scientifico. Poiché se il libero scambio è atto, come pretendiamo noi, a far prevalere quelle culture le quali sono meglio convenienti alle varie parti del territorio agrario d'un paese, è chiaro che esso favorirà eziandio il trionfo della grande o della media o della piccola proprietà a seconda che l'uno o l'altro di questi metodi meglio si confà alle culture più produttive che il libero scambio avrà fatto prevalere. Tutto ciò che si può dire è che il libero scambio tende — per dimostrazioni tratte dalla logica economica e suffragate dalla riprova di fatti — a far prevalere precisamente quella forma di pro- prietà, la quale meglio si adatti alle culture più produttive prevalenti col libero scambio. Ciò che tenda a verificarsi col protezionismo, confesso di non sa- perlo, e sarebbe una gran bella cosa se i protezionisti ci dicessero quali sono le conseguenze logiche di esso rispetto al problema della piccola e della grande proprietà. S'intende che il liberismo doganale tende ad avere gli effetti ora detti, quando non sia contrastato da altre forze potenti ed agenti in senso contrario. Che se in un paese: a) esistono istituti fedecommissari i quali rendono difficile il trapasso delle terre da una classe ad un'altra; i) esistono consuetudini e tradizioni famigliari le quali operano nello stesso senso ; c) se la libertà degli scambi, insieme all'esistenza di miniere di ferro e di carbone, ha attratto le popolazioni agricole verso le industrie, i commerci, la navigazione, le banche e gli affari coll'attrattiva di salari ben più alti di quelli che si potevano lucrare nell'agricoltura;