— 12 — di distinguere i casi in cui la teoria può essere applicata ed i casi in cui la sua applicazione probabilmente avrebbe dato luogo ad errori ? Mai no. Nel loro profondo disprezzo per le teorie, essi non sono buoni ad altro che a gri- dare come pappagalli : ci vuole della pratica e non della teoria, intendendo per « pratica » una cosa invero praticissima, che è di mettere le mani, per diritto e per traverso, nelle tasche dei consumatori, ossia degli altri produt- tori di merci o servigi non protetti o non ugualmente protetti ; 4) fu Pareto, se non erro, il quale mise in rilievo l'importanza di non trascurare lo studio dei fattori politico-sociali, accanto a quelli prettamente economici. Siano due danni alternativi in vista: l'uno è economico e consiste nel pagare ogni anno ai Junker prussiani 300 milioni di tributo, a causa del dazio protettivo sui cereali prodotti nelle terre di quella classe proprie- taria semi-feudale; e l'altro è il prevalere incontrastato del socialismo e della disorganizzazione da esso inoculata nel corpo politico tedesco, prevalere che si avrebbe se, abolito il dazio protettore, la classe dei Junker scomparisse e venisse meno, come è venuta meno in Francia, la forza attuale di resistenza della società tedesca e della sua classe politica proprietaria alla malattia socialista. Sono due mali — almeno son mali per chi si mette dal punto di vista della conservazione dell'attuale organismo politico-sociale tedesco — che devono essere messi a confronto: vai la pena di pagare 300 milioni di lire all'anno, per far vivere gli Junker prussiani, e mercè la forza del loro braccio salvarci dal socialismo ? Non si discute pel momento — seb- bene io ritenga la cosa discutibilissima — se il mezzo sia adeguato al fine; ma, postochè si crede che il mezzo sia adeguato, si domanda se il sacrificio dei 300 milioni non sìa eccessivo. Se si risponde che no, ecco spiegato un dazio protettore. Argomentazioni di simil genere possono essere addotte in molti altri casi; ed hanno il pregio della sincerità. La lotta è posta nettamente tra chi vuole la conservazione dei Junker prussiani o dei marchesi o baroni siciliani, e chi li vuole abbandonati alla loro sorte, nè considera il prevalere del socialismo come una calamità, o forse ritiene che il socialismo prevalga e si rafforzi anche perchè si mantengono i dazi doganali a favore dei proprietari terrieri. La quale ultima ritengo sia l'opinione maggiormente fondata sui fatti. Ancora una volta che cosa hanno aggiunto a questa teoria i protezionisti ? Nulla, salvo il tentativo antiscientifico di annebbiare la sostanza del problema, facendo passare per « interesse nazionale » cièche è « interesse dei Junker »; tentando cioè di far credere ai popoli che la questione non stia nel decidere fra due malanni, l'uno economico e l'altro politico, ma nella opportunità di