— 124 — * « strussero gli erranti sessi. Non cosi però nella « vita sociale. « Nella vita sociale la natura perfettibile del- « l'uomo 0) elevandosi dallo stato positivo del- « l'essere allo stato comparativo del ben essere, « trovò in se medesima il sentimento imperioso « di propagarsi, e lo richiamò dall'ignuda esi- « stenza ad una miglior maniera di esistere. La « ragione riconobbe il fine della natura, di ri- « staurar le mortali sue perdite col rinovella- « mento della specie umana, e rettificando la « obliqua, ed incerta fermentazion dell'istinto, « analizzò le perplesse leggi del sistema sensibile « in un sol precetto negativo, e questo fu: che « dovesse astenersi dagl'inutili tentativi della « propagazione, chiunque non avesse una fisica, * e morale attitudine di dar esistenza, e con- « sistenza ai nuovi rampolli dell'umanità in « compenso delle piante annose e cadenti. La « ragione trattò l'amor dei sessi con quella sag- « già economia, con cui trattò l'altre umane » appetenze. Di quelle non formò positivi doveri, « ma soltanto alla loro esorbitanza segnò mo- « derati confini: al desiderio della nutrizione, (1) Notisi che il Briganti desumeva il principio di previdenza come freno all'aumento della popolazione da quella teoria della perfettibilità umana, che il Malthus (libro III, cap. I) credette di dover confutare.