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Gli stessi espedienti straordinari si van tutti a tradurre in
imposte.
Alienare il patrimonio demaniale, non è che privarsi di un
reddito, cioè accrescere di altrettanto l'annuo carico delle impo-
ste; e quand'anche noi fosse, sarebbe ora vano il parlarne per
noi, che di ogni bene demaniale ci siamo pressoché interamente
spogliati.
Vi son di coloro che nutrono una gran fede nella potenza e
fecondità degli imprestiti, e li comprendono ancora come cosa
diversa affatto dalle pubbliche imposizioni, diversa, per lo mono,
in quanto che giovino a frazionare sopra un certo numero d'anni
il peso da far gravitare sui cittadini. Errore, se non altro, di
calcolo. L'imprestito è una doppia operazione: è l'imposta, ed
al medesimo tempo è la vendita dell'imposta Tanto vale per il
contribuente, il tassarlo per 5 lire all'anno, quanto il doman-
dare 100 lire ad una terza persona, forzando il contribuente a
pagarle, come interesse. 3 lire per anno. L'imprestilo è l'ipo-
teca, la confisca, la distrazione di quel trailo di terra, quella fa-
coltà industriale, quel travaglio umano, che deve produrre in
perpetuo 5 lire ogni anno; e se vi ha differenza, è questa sola,
che nelf imprestito una mano usuraia interviene ad offrirvi il
prezzo di 70 lire in luogo di 100, o in altri termini, a volere
che il proprietario, il contadino. 1" artigiano, le paghi un interesse
di 8 lire all'anno, invece che 5.
Leviamo dunque le illusioni : quando un bilancio trovisi, come
il nostro è, squilibrato, il rimedio naturale, spontaneo ed unico,
sta nel levare tali tasse sulla nazione, quali e quante ne occor-
rano per colmare la deficienza. Solamente due eccezioni possono
attenuarne il bisogno: una cresciuta produttività delle lasse an-
tiche, che ingrossi la parte attiva; una diminuzione di spese, che
la passiva assottigli.
Avrebbe per avventura F Italia qualche cosa a sperare dalle sue
vecchie imposizioni ?
Di qualunque specie si fossero, le imposte hanno la loro
barriera, che noi abbiamo per ora toccata sempre, oltrepassata
talvolta. Se si parla delle tasse dirette e reali esse incontrano,
nella cosa medesima su cui son collocate, un doppio limite. Li-
mite nel valor capitale: e infatti, non si potrebbe da un giorno
all'altro tanto accumulare sul suolo italiano, in forma di edifizi
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