Osserva però Ellena: « Già abbiamo detto come la statistica anzidetta, che si riferisce all'anno 1876, presenti notabili lacune. I fusi ascendono presente-mente a 900 mila, e anco i telai meccanici sono più numerosi che da essa non appaia. Inoltre la statistica delle industrie casalinghe, della quale discorreremo poi, ci addita l'esistenza di 42.031 telai che tessono cotone, e sembra che questa cifra sia di gran lunga inferiore al vero. Nondimeno possiamo istituire, colla scorta del quadro anzidetto, qualche ragionamento che non parrà inutile. La distribuzione della filatura del cotone in Italia è molto ineguale. In primo, dei sedici compartimenti nei quali la nostra direzione di statistica suole dividere il territorio italiano, nove mancano intera-mente di questa industria. Due, la Toscana e l'Emilia, non hanno che minimi opifici di torcitura, i quali non si debbono mettere in conto. Inoltre, negli altri cinque, il ragguaglio del numero di fusi con quello degli abitanti presenta differenze notabilissime. Ecco di fatto le pro-porzioni: Numero dei /usi per mille abitanti Liguria 118,84 Piemonte 102,16 Lombardia 60,97 Campania 30.53 Veneto 14,00 Negli stessi compatimenti, ora ricordati, la filatura del cotone si addensa in pochi luoghi. Così i sette decimi dei fusi della Liguria sono posseduti dai due comuni di Voltri e di Busalla; la filatura del cotone nel Piemonte rende operosi principalmente pochi comuni della provincia di Torino e di quella di Novara; nella Lombardia non vantano potenti filature che le province di Milano, Como e Bergamo; nella Campania, un solo comune, quello di Pellezzano, ha tre quarti dei fusi di tutto il compartimento. Ma l'osservazione capitale, cui dà luogo lo specchio che abbiamo veduto, è quella del numero degli operai addetti alla filatura. La statistica ne novera 18.231 sopra 715.304 fusi attivi; il che vuol dire 2549 operai per 1000 fusi. Nei vari compartimenti le proporzioni sarebbero le seguenti: 108