Gaetano Salvemini, Carlo e Nello Rosselli, Ernesto Rossi ebbero tutti, con modalità e per ragioni diverse, relazioni non convenzionali con Luigi Einaudi, come mostrano i documenti tratti dal suo archivio e dalla sua biblioteca che qui si presentano. Con Gaetano Salvemini la collaborazione di Einaudi non fu meramente accademica, ma investì la battaglia culturale svolta sulle pagine de «La Riforma sociale» e de «L’Unità». Distanti sicuramente su molti temi, Einaudi e Salvemini condivisero alcuni cruciali campi di intervento come la comune lotta contro il protezionismo nell’Italia prefascista. Ma ancor più i due professori quasi coetanei ebbero in comune questi allievi. Carlo e Nello Rosselli ed Ernesto Rossi ebbero tutti, come è noto, un rapporto strettissimo, quasi filiale, con Gaetano Salvemini. In Luigi Einaudi trovarono non soltanto un organizzatore di cultura e uno studioso disponibile, aperto e attento all’ascolto, ma un altro maestro che, insieme con lo storico pugliese, ne accompagnò crescita e maturazione umana, professionale e culturale. Sono passati ottant’anni dall’uccisione di Carlo e Nello Rosselli eseguita dai cagoulards, fatti assassinare dalla dittatura, perché appariva intollerabile la maturità politica che Carlo aveva dato a Giustizia e Libertà; sessant’anni dalla serena morte di Gaetano Salvemini, il grande storico costruttore come pochi altri della democrazia in Italia; cinquanta dalla scomparsa di Ernesto Rossi, passato dal carcere per antifascismo al libero intenso impegno pubblico e civile con la medesima straordinaria dirittura morale. La Fondazione Luigi Einaudi li ricorda con questa esposizione.