Popolazione non manifesta alcun segno di rallentamento, ma anzi sembra quasi accentuare la sua incidenza. Si considereranno in questa breve indagine come comuni montani quelli dichiarati tali dalla Commissione Censuaria Provinciale, con la sua ultima delibera del 23 dicembre 1957. Rientrano in tale categoria 125 comuni localizzati nella fascia nord-occidentale della provincia, come risulta dalla cartina 1 '. Nel periodo considerato (1931-56) la popolazione complessiva di questo gruppo di comuni passa da 203 200 unità a 178 768 con una perdita netta di 24432 individui, pari a circa il 12 ° Nel complesso di questi 125 comuni, determinati come montani in base a delle caratteristiche prevalentemente ambientali c territoriali, ve ne sono però diversi che non seguono la dinamica generale, ma se ne discostano per il fatto di presentare, nello stesso periodo già considerato 1931-56, un aumento di popolazione anziché una diminuzione. Come si può osservare dalla cartina 1 questi comuni rappresentano limitate eccezioni sulla gran massa dei comuni montani, e la loro presenza, anziché sminuire l'importanza del fenomeno, tende invece ad accentuarla. Infatti la popolazione residente in questi 22 comuni, che nel 1931 era di 49 490 individui, ammonta a 54 399 unità nel 1956 con un aumento percentuale di circa il 10 Detraendo queste cifre da quelle piú sopra presentate a proposito del complesso di comuni montani, si potrà mettere in risalto quella che è l'effettiva portata del fenomeno dello spopolamento alpino nella provincia di Torino. Si ha cosí che per i 103 comuni montani che hanno avuto una diminuzione di popolazione, la popolazione è passata da 153 710 a 124 369 con un deficit di 29 431 individui (19 %). Per meglio valutare la portata e le conseguenze del fenomeno dello spopolamento converrà perciò limitare l'indagine a questo gruppo di comuni e successivamente riprendere in esame quello dei comuni di montagna che hanno avuto un incremento demo-grafico, per cercare di individuare le ragioni di questa loro differenziazione dal complesso in cui sono territorialmente inseriti. È opportuno innanzitutto scindere il periodo di tempo considerato, 1931-56, in alcune fasi, assumendo come punto di riferimento le date dei censimenti che si sono effettuati in questo periodo : si ha cosí che i 153 710 abitanti del 1931 Si riducono progressivamente a 142 o8o nel 1936, a 129 838 nel 1951 e finalmente a 124 369 nel 1956. Il tasso annuo di incremento o di decremento, che fornisce una misura della velocità con cui varia il numero complessivo degli abitanti di un certo territorio in un certo periodo di tempo, assume nelle varie fasi, e nel periodo complessivo, i seguenti valori: 1931-36 1936-51 1951-56 1931-56 -1,59 – 0,58 – o,86 – 0,83 Risulta di qui come lo spopolamento abbia registrato la massima intensità nel periodo della prima fase, cioè negli anni dal 1931 al 1936, con un valore quasi doppio del valore medio del periodo. Per contro la fase 1936-51 ha visto un rallentamento dovuto, con tutta probabilità, agli effetti della guerra che determinava da un lato una minor attrazione da parte dei grandi centri della pianura, maggiormente soggetti per la loro natura ai pericoli ed ai disagi, e d'altro canto uno sfollamento da questi centri verso le località della montagna. Il movimento contrario di ritorno verso la città si verificò soltanto molto tempo dopo la cessazione delle ostilità a causa della crisi degli alloggi che ne segui. L'ultima fase (1951-56) segna invece un tasso di spopolamento piú elevato della precedente, anche se notevolmente inferiore a quello della prima fase, ma nuovamente superiore al tasso medio del periodo. Questa accentuazione del fenomeno è da mettere in connessione, come sarà meglio chiarito in seguito, con il forte sviluppo che in questi anni si registra nelle località di pianura e nella zona attorno al capoluogo, per cui viene notevolmente aumentato il potenziale di attrazione di questi comuni nei con-fronti di quelli montani meno dotati e sviluppati. P:, noto che lo spopolamento provoca notevoli variazioni nelle caratteristiche morfologiche delle popolazioni : uno di tali effetti si può ricavare facilmente dall'esame della struttura per età della popolazione. Si sono distinti tre grandi gruppi di età : giovani (fino a 18 anni), adulti (da 18 a 6o), anziani (oltre 6o): si può approssimativamente considerare la categoria degli adulti come quella economicamente attiva, mentre le altre due rappresenterebbero il carico sociale gravante sulla prima. Nella seguente tabella 3 compaiono le cifre percentuali della consistenza delle tre categorie suddette rispettivamente nei comuni di montagna con diminuzione di popolazione, nei comuni non di montagna (escluso Torino) e in Torino. TABELLA 3. Distribuzione percentuale della popolazione residente al 4 novembre 1951 distribuita per grandi gruppi di età. fino a 18 anni da 18 a 6o oltre 6o Comuni di montagna in diminuzione 23,70 58,49 17,81 Comuni non di montagna (escluso Torino) 22,69 6o,81 16,5o Torino 19,47 65,51 15,02 Risulta subito come la caratteristica dei comuni di montagna in spopolamento a confronto degli altri comuni della provincia, non di montagna, e in particolare di Torino, sia rappresentata da una carenza di individui della classe intermedia, e cioè di individui economicamente attivi, mentre risultano percentualmente piú numerosi non soltanto, come sarebbe logico pensare, gli anziani, ma anche i giovani. Anzi è da notare che lo scarto tra le percentuali relative ai comuni di montagna e Torino città, è, per la classe dei giovani, maggiore di quello per la classe degli anziani. Mentre perfettamente comprensibile risulta la relativa abbondanza di individui anziani nei comuni che hanno visto uno spo- 40