Popolazione popolazione torinese si può cogliere constatando che nel periodo 1947-56 la città di Torino presenta un quoziente medio di incremento naturale pari a 1,20, cioè un decremento effettivo, men-tre il quoziente di incremento, dovuto ai movimenti migratori, ammonta a 23,14, per cui il quoziente complessivo di incremento risulta 21,94. Ma gli effetti del movimento migratorio non si esauriscono nel creare direttamente un forte ritmo di sviluppo demo-grafico, ma provocano, come già si è notato, una variazione anche nei movimenti naturali, in specie sulla natalità. Infatti le correnti immigratorie costituite per la maggior parte da individui giovani o maturi, vengono a rafforzare soprattutto i contingenti di tali classi di età presenti nella città, per cui aumenta la popolazione in età di procreazione con conseguente aumento della natalità. L'immigrazione influenza positivamente la natalità anche per il fatto che gli immigrati, per la maggior parte, provengono da province ad alta natalità e conservano, almeno per un certo tempo, le caratteristiche di origine. Che questo sia il caso di Torino è dimostrato ampiamente dai grafici 3 e 16 in cui si nota come il quoziente di natalità che fino al 1951 presentava un andamento nettamente decrescente, da questo punto in poi subisce una notevole variazione positiva in coincidenza con l'aumento, di misura notevolmente superiore, inter-venuto nell'andamento del quoziente di immigrazione. Questo andamento è probabile che continui a manifestarsi nel futuro dato che l'ingresso di nuovi individui non accenna a diminuire, ed anche perché nei prossimi anni si faranno sentire le conseguenze ritardate della forte immigrazione di questi anni. Queste medesime argomentazioni mantengono tutta la loro validità anche per altri comuni nei quali si era individuata una forte corrente immigratoria, come si può constatare da un esame dei grafici 4-14 e 17-27. Non soltanto per i comuni fin qui esaminati le correnti migratorie hanno un'importanza decisiva nel determinare il ritmo ed il verso del movimento della popolazione. ma si deve constatare che in tutti i comuni della provincia il movimento naturale ha una importanza limitata nel determinare il movimento complessivo della popolazione, che è dovuto soprattutto dal saldo delle correnti migratorie. Basti pensare infatti che nel periodo gennaio 1947 - 31 dicembre 1956 nel complesso della provincia esclusa la città di Torino si ha una eccedenza di morti sui nati di 4588 unità, mentre si ha una eccedenza di immigrati rispetto agli emigrati di 76 568 unità, per cui l'aumento di popolazione verificatosi nel periodo è da attribuire completamente al movimento migratorio. Se si considerano comune per comune i quozienti medi di immigrazione ed emigrazione (su l000 abitanti) si possono individuare quei centri nei quali tali fenomeni hanno particolare incidenza e quindi rilevare zone caratteristicamente omogenee. Per quel che riguarda l'immigrazione (cartogramma 13), risulta nettamente una fascia di forte assorbimento nei comuni che cingono Torino, mentre all'esterno di questa prima fascia se nepuò notare una seconda ancora di assorbimento, anche se meno accentuato, localizzata particolarmente ad occidente e a nord. Oltre questa seconda fascia si hanno zone di media immigrazione attorno a Carmagnola, Pinerolo, Castellamonte-Cuorgné, Ivrea. Il resto della provincia presenta scarsa immigrazione; particolarmente nelle zone di montagna, ad eccezione dei comuni con attività turistica o di confine. Come si può constatare, ed è questa una conferma di quanto già espresso, queste zone che ora si sono individuate trovano notevole rispondenza nelle zone demografiche che precedentemente sono state esaminate. In particolare le zone di sviluppo sono quelle che manifestano alti valori di immigrazione mentre le altre presentano cifre assai meno elevate. L'emigrazione nel complesso della provincia mantiene invece una maggiore uniformità di andamento. Si possono tuttavia fare alcune osservazioni. Si nota una maggiore intensità del movimento in tutta la parte meridionale ed orientale della provincia con una accentuazione nella zona tra Cavour e Pinerolo, che, come già si è visto, manifesta un progressivo, anche se limitato, spopolamento, il quale può quindi essere attribuito prevalentemente all'emigrazione. Anche la zona montana presenta un forte quoziente di emigrazione, piú accentuato nella parte settentrionale, mentre nella parte centrale e meridionale, valli di Susa e di Pinerolo, il quoziente non si discosta dal valore medio provinciale, salvo per alcuni comuni delle alte valli che presentano cifre massime dovute alla particolare dislocazione. Nei comuni delle colline del Po ad occidente di Torino, che fanno parte di una zona di parziale spopolamento si riscontrano valori elevati sia per l'immigrazione che per l'emigrazione. Questi comuni sono pure da considerarsi centri di transito nella marcia di avvicinamento alla grande città di individui provenienti sia da fuori provincia che da altri comuni della provincia stessa. Considerando congiuntamente i fenomeni dell'emigrazione e dell'immigrazione, attraverso il loro saldo, si rilevano con piú esattezza le zone di attrazione e quelle di sfollamento. Risulta chiaramente come le zone di forte e medio addensamento coincidono con la zona di sviluppo demografico la quale quindi trova nei movimenti migratori la sua giustificazione; le zone montane, in specie quelle settentrionali, risultano zone di spopolamento; quelle meridionali, pure, ma con qualche eccezione. Un altro andamento presentano invece le zone di diradamento, nelle quali si riscontrano situazioni diverse che vengono a con-fermare le ipotesi già formulate su una loro intrinseca difformità di struttura. Si nota infatti come la zona piano-collinare pinerolese presenta uno spopolamento dovuto a vero e proprio sfolla-mento di individui, mentre il movimento naturale presenta una eccedenza di nati sui morti e quindi un incremento naturale di limitata entità; al contrario nella zona della pianura e collina canavesana il decremento demografico non è da attribuirsi a fenomeni emigratori (alcuni comuni anzi hanno una eccedenza del- 57 8