Agricoltura nomia soprattutto di tipo industriale ed appartengono alle zone industriali di Avigliana o alla fascia di Torino. Le colture prevalenti sono i boschi seminativi, nelle parti pianeggianti e nei terreni ondulati; i boschi e i vigneti, nelle zone prettamente collinari. Tra le colture tradizionali nell'ultimo quinquennio vi è stata una diminuzione generale nei seminativi : frumento, granoturco, segale e patate a vantaggio del foraggio e del vigneto. I boschi di castagni si estendono nei comuni di Trana, Reano, Buttigliera Alta, Avigliana e Sant'Ambrogio di Torino. Nel comune di Buttigliera Alta e un po' dovunque si vanno estendendo boschi di pioppi. La redditività per ettaro e il reddito agrario pro capite risultano entrambi in forte incremento, sebbene i terreni irrigui siano poco estesi; questo incremento è dovuto al diffondersi della meccanizzazione collegata con le trasformazioni colturali e con l'au-mento del patrimonio zootecnico. Il comune di Buttigliera Alta è quello che presenta una maggiore densità di bovini sulla superficie agraria; la tendenza ad estendere la superficie destinata a colture foraggere, fattore che è collegato ad un grande risveglio zootecnico, continua, soprattutto ad Avigliana e Almcsc, dove vi sono anche importanti ed estesi orti industriali. L'affermarsi di colture specializzate è notevole soprattutto nei comuni di Reano, Avigliana, Almese e Sant'Ambrogio di Torino, dove si vanno diffondendo i frutteti specializzati. La relativamente buona condizione dell'agricoltura della zona è confermata anche dai dati concernenti il ricorso al credito agra-rio che risulta generalmente alto. La zona per quanto riguarda i mercati gravita sui centri di Rivoli e Orbassano. La situazione economica generale soprattutto per gli apporti notevoli del settore industriale, può essere considerata discreta tanto che la popolazione risulta in aumento con l'opportuna riduzione degli addetti all'agricoltura passati da circa il 4o °i della popolazione attiva nel 1936 al 20 7', circa nel 1956. 22. Zona collinare della Vauda canavesana. In tutta la fascia prealpina piemontese, dove la collina si incontra con la pianura, esistono dei terreni aridi, sui quali non crescono che rade erbacce e qualche cespuglio. Questo terreno, denominato baraggia » in provincia di Vercelli e a vauda » in quella di Torino è sempre stato considerato inadatto a qualunque tentativo di coltura. Solo in questi ultimi anni si è dato inizio alla bonifica di vaste zone di vauda e baraggia, con qualche risultato. La fascia di vera e propria vauda, localizzata soprattutto nei comuni di Lombardore, San Francesco al Campo, San Carlo, ecc. va considerata con la collina che da Rocca Canavese si spinge fino a Lombardore. Molto di questo territorio collinare è occupato da estesi boschi, mentre nella zona pianeggiante insieme a larghe estensioni di terreni incolti, si trovano campi coltivati a cereali ead altri seminativi. Altre colture diffuse sono i vigneti (con filari distanti fra di loro fino a 7-8 m, tra i quali si coltivano diversi seminativi), i frutteti con prati e pascoli. L'azienda tipo è piccola, 6-7 giornate, ed il reddito agricolo in genere andrebbe perciò integrato con quello industriale. Pur-troppo questa integrazione non sempre è possibile dato che, fatta eccezione per San Francesco al Campo e San Carlo Canavese, gli altri comuni hanno un'economia prevalentemente agricola. Dove si ha l'integrazione dell'industria, si può ritenere che piú della metà del reddito della famiglia tipo sia di origine extra-agricola. Oltre alle trasformazioni dovute alle opere di bonifica, che hanno portato ad un aumento di terreni a seminativi, avvicendati con prati, si ha una diminuzione, nella zona di collina, delle colture frutticole, mentre la superficie a boschi è rimasta invariata. Anche il vigneto è diminuito. Nella zona di Vauda Canavese si sono sviluppati molti frutteti specializzati, che forniscono, a differenza dei frutteti di tipo tradizionale, un reddito abbastanza elevato. Vi sono moltissime probabilità di incrementare ancora la coltura specializzata, sfruttando la buona posizione di tutta la fascia collinare. Vi è pure la tendenza ad un ritorno alla viti-coltura, con produzione di uva pregiata da tavola. La superficie agraria destinata ad altri seminativi si è ridotta nella zona di collina, ma la produzione complessiva è rimasta pressoché invariata, per l'aumento della produttività. Il castagneto è diffuso nella zona di alta collina, vale a dire nei comuni di Front, San Carlo, Barbania, Vauda Canavese e Rocca Canavese. La densità del patrimonio zootecnico è elevata, rispetto alla superficie agraria e forestale, a Vauda Canavese e media negli altri comuni, ed anche la meccanizzazione risulta abbastanza diffusa dovunque, eccetto che a Front; Lombardore è il comune di piú alta densità di trattori. Centri di mercato verso i quali gravita la zona sono Cirié e Rivarolo. Lombardore, Front e Rocca Canavese sono i comuni che maggiormente hanno fatto ricorso al credito agrario; altrove l'indebitamento non è alto. La proprietà fondiaria prevalente è dovunque di tipo piccolo cd i redditi agrari, per i quali sono registrate le proprietà agra-rie della zona, sono tutti quanti di livelli bassi. 23. Zona collinare di Rivara - Castellamonte - Aglié. Questa zona può essere considerata di bassa collina, poiché comprende un gruppo di comuni, localizzati là dove la collina prealpina si incontra con la pianura. I centri di Levone, Rivara, Valperga, Castellamonte, Baldissero Canavese ed Aglié risultano ad economia in maggior parte industriale. Le colture prevalenti sono il vigneto, il frumento, il mais, i 90