Agricoltura tre lungo la fascia a media altezza vi sono vigneti. I boschi sono molto estesi in tutta la montagna : castagno nelle zone di media montagna, conifere nelle zone piú elevate. I castagneti sono però in deperimento, per effetto di una malattia che li ha colpiti. Nel fondo valle ricco e fertile sono presenti tutte le colture della pianura. Anche qui parte della superficie, un tempo coltivata a segale, è oggi destinata ad altri seminativi. L'irrigazione interessa unicamente la zona di fondo valle ed estensioni limitate di terreni, mentre la meccanizzazione non è molto diffusa. La densità del patrimonio zootecnico è superiore a quella delle altre vallate alpine della provincia. Scarso è stato il ricorso degli agricoltori della vallata al credito agrario. I mercati agricoli, che interessano i comuni della zona, sono quelli di Ivrea e quello di Pont Saint Martin. La proprietà fondiaria prevalente è quella di tipo piccolo a Quassolo, Carena, Settimo Vittone e Tavagnasco, di tipo medio a Quincinetto, la grande proprietà ad Andiate. Tutte le proprietà agrarie sono registrate nelle classi piú basse di redditi catastali. L'economia della zona trova notevole integrazione nella presenza di attività industriali in zone adiacenti, in particolare quelle dei centri di Ivrea, Pont Saint Martin e Borgofranco. 17. Zona montano-collinare della Val Sangone. Questa zona è costituita dai comuni di Giaveno, Coazze, Val-gioie, gli ultimi due di montagna, Giaveno collinare. La zona è individuata dalla valle del torrente Sangone e coincide con il comprensorio industriale omonimo. L'agricoltura appare in buone condizioni, anche se con caratteristiche montane o semimontane e si può ritenere che il reddito sia superiore a quello ottenuto dai contadini della vicina Valle di Susa. A Coazze il prato occupa la metà del terreno coltivato ed è molto sviluppata la zootecnia. A Giaveno è diffusa l'azienda agri-cola che consente redditi sufficientemente alti. L'azienda media, nella zona, è inferiore ai dieci ettari: la proprietà di due o tre ettari è integrata con l'affittanza, cosicché si ha una ricomposizione del-l'unità poderale entro limiti economici. Naturalmente ciò avviene perché non poche delle famiglie contadine si sono spostate nel settore industriale. La frutticoltura è diffusa e redditizia ed a Giaveno vi sono anche frutteti specializzati. Nel territorio di questo comune sono diffuse pure le colture orticali. Sia a Giaveno che a Coazze e Val-gioie vi sono estesi boschi di castagni. La consistenza del patrimonio zootecnico è buona. La meccanizzazione risulta abbastanza diffusa, specie a Giaveno. Il ricorso al credito agrario è stato assai modesto. La proprietà fondiaria prevalente è quella grande a Coazze, quella media a Giaveno, dovunque prevalgono le proprietà a redditi catastali bassi. i8. Zona montano-collinare delle valli della Ceronda e del Casternone. La zona è collinare prealpina e comprende alcuni comuni situati ad ovest della Stura di Lanzo, oltre a Val della Torre, La Cassa, San Gillio e Givoletto e i bacini dei due torrenti Ceronda e Casternone. Fatta eccezione per Val della Torre, tutti i comuni della zona sono a netta prevalenza industriale: Piano e Cafasse fanno parte della zona industriale di Cirié; La Cassa, Givoletto e San Gillio sono compresi nella fascia industriale torinese. In tutta la zona predominano le colture tradizionali: cereali, granoturco, prati, trifoglio e vigneti con filari molto distanziati. Il vigneto, molto diffuso un tempo, è diminuito in tutta la fascia collinare, mentre a Givoletto e San Gillio vi è stato un notevole disboscamento. Dovunque una parte dei prati stabili è stata mutata in terreno a seminativi, il che, unito a migliori cicli di avvicendamento, ha portato a un notevole incremento nella produzione del foraggio e a una diminuzione delle colture cerealicole tradizionali. Anche la pioppicoltura si è andata diffondendo nei terreni marginali. In tutta la fascia piú alta, dove i terreni sono nettamente montani, ci sono estesi boschi di castagni, specie nei comuni di Val della Torre, Fiano, Vallo, Varisella e Cafasse. La piccola proprietà e la piccola azienda (piccola proprietà integrata con l'affittanza, fino a 8-13 giornate) sono molto diffuse e particolarmente sviluppato è l'allevamento del bestiame. Nella zona si ha una larga integrazione del reddito agricolo con quello industriale, che si calcola intervenga per il 6o nel formare il reddito della famiglia tipo. Parte dei redditi provenienti dall'industria sono stati investiti nell'agricoltura ed hanno favorito sia i miglioramenti colturali che la meccanizzazione. Il patrimonio zootecnico, considerato in rapporto alla superficie agraria forestale, raggiunge livelli sufficientemente elevati a Cafasse, un po' meno elevati altrove e una densità bassa a Givoletto. Lo sviluppo della zootecnia è dovuto anche all'aumento della produttività foraggera e all'uso dei mangimi concentrati. I comuni dove si ha una maggiore densità di trattori sono quelli di Cafasse, San Gillio, La Cassa e Caselette, seguiti da Fiano, Givoletto, Vallo e Val della Torre. Come si vede la meccanizzazione si è estesa anche nelle zone di alta collina e di mezza montagna, malgrado che la piccola ampiezza dell'azienda impedisca una gestione economica dei trattori. Con l'estendersi della meccanizzazione e con il richiamo fortissimo del settore secondario sono variati notevolmente i sistemi di conduzione. I trattori hanno accelerato i tempi di lavorazione ed hanno favorito l'estendersi di colture intercalari redditizie. Il progresso tecnico, che stupisce in zone ritenute poco fertili, si è manifestato con un forte impiego di capitale per nuovi impianti di irrigazione e con la diffusione, oltre che dei trattori, di macchine operatrici dei piú diversi tipi. Inoltre a San Gillio, Givo- 88