Agricoltura Nella zona la proprietà agraria prevalente è piccolissima: il frazionamento raggiunge i livelli piú alti della provincia. 26. Zona della collina della Serra d'Ivrea. Questa zona comprende i comuni che sono localizzati ai piedi e lungo il versante di quella particolare conformazione collinare di origine morenica, che è la Serra d'Ivrea. Il crinale di questa collina continua, che si stacca dalle montagne della Valle d'Aosta e scende, degradando, fino al lago di Viverone, segna il confine tra la provincia di Torino e il Biellese. Tutti i comuni della zona risultano ad economia prevalentemente agricola, sebbene sia notevole l'integrazione dei redditi con apporti provenienti dalle industrie d'Ivrea. Per ciascuno di questi comuni bisogna distinguere il terreno pianeggiante, che si estende ai piedi della Serra, e la parte prettamente collinare. Nella zona pianeggiante si trovano colture a seminativi e pioppeti con ricchi prati avvicendati, mentre l'allevamento del bestiame è rivolto alla produzione sia del latte che della carne. Sui terreni della Serra invece la parte inferiore è occupata da vigneti, da frutteti specializzati e da numerosi orti, di recente costituzione, mentre la parte piú elevata della Serra è ricca di castagneti. L'irrigazione è scarsa, salvo che per i terreni pianeggianti; la densità del patrimonio zootecnico risulta abbastanza elevata dovunque, in particolare a Bollengo e a Palazzo Canavese. La meccanizzazione è diffusa a Bollengo, Palazzo Canavese, Piverone e, in misura minore, a Chiaverano e Burolo. Estesi frutteti specializzati si trovano nei comuni di Burolo, Bollengo e Pi-verone. Il mercato agricolo, sul quale gravitano i comuni della zona, è quello d'Ivrea. Il credito agrario concesso è stato alto: il comune maggior-mente indebitato in rapporto alla superficie agraria, è quello di Piverone. La proprietà agraria risulta molto spezzettata. 27. Zona collinare di Azeglio - Borgomasino - Villareggia. La zona si estende ai margini della provincia di Torino al confine con la provincia di Vercelli, dove la Serra d'Ivrea si unisce con altre colline moreniche fino al territorio di Vische. A questa zona è stato aggregato il comune non contiguo di Villareggia, che presenta caratteristiche affini a quelle delle confinanti plaghe del Vercellese, piú che non a quelle dei comuni che si estendono al di qua della Dora Baltea. L'economia della zona è eminentemente agricola. I frutteti costituiscono una coltura molto redditizia e assai diffusa. La pesca è il frutto maggiormente coltivato in tutti i comuni,in specie a Cossano e Maglione. Notevoli superfici sono destinate a vigneti, ma anche i seminativi sono molto diffusi, specialmente nelle fasce pianeggianti; i boschi sono estesi un po' dovunque. I seminativi tradizionali (frumento, segale, patate) sono in diminuzione, sia per i migliori cicli di rotazione adottati, per cui è in aumento il prato avvicendato; sia perché in tutta la parte orientale della provincia, va sempre piú estendendosi la superficie destinata al granoturco. Nei terreni piú freschi e di ripa si sono sviluppati i pioppeti. Nella zona non vi è irrigazione, salvo in alcuni terreni pianeggianti. La redditività agraria per ettaro e il reddito agricolo pro capite sono aumentati in questi ultimi anni, ma ciò è dovuto anche allo spopolamento e alla diminuzione della popolazione attiva dedita all'agricoltura. Il patrimonio zootecnico, attualmente non elevato, va aumentando. La meccanizzazione è assai diffusa, specialmente nei comuni di Cossano, Borgomasino e Villareggia. I mercati agricoli piú importanti per questa fascia di comuni sono quelli di Ivrea e Cigliano, comune questo della provincia di Vercelli. Dovunque si è fatto molto ricorso al credito agrario, con la sola eccezione di Settimo Rottaro. La proprietà fondiaria prevalente è quella piccola o piccolissima. I comuni dove si ha la maggior polverizzazione sono quelli di Caravino, Azeglio e Settimo Rottaro. 28. Zona collinare del Chivassese. Questa zona collinare si estende dalla periferia di Torino, sulla riva destra del Po fino ai confini della provincia con quella di Alessandria: l'agricoltura non è molto florida e l'integrazione delle industrie agisce solo parzialmente, in particolare in quei comuni limitrofi a Torino, come Gassino, Castiglione e San Mauro, che fanno parte della fascia industriale torinese. Le maggiori risorse degli agricoltori di questa zona sono rappresentate dal bestiame da carne e, in alcuni comuni, dagli ortaggi pregiati, come il pisello, e dalla coltura delle fragole. La coltura viticola continua tuttavia ad essere preminente, sebbene dal 1930 ad oggi si sia ridotta di circa il 5o °ó. L'unica produzione che risulta in aumento è quella dei foraggi. La frutticoltura si è sviluppata nei comuni di Casalborgone, San Sebastiano, Verrua, Brusasco, Rivalba, San Raffaele Cimena, Castagneto Po e Brozolo, soprattutto per quanto riguarda la produzione di pesche. A Castiglione ed a San Mauro si produce una notevole quantità di fragole. Le colture orticali risultano molto diffuse nella zona. A San Mauro, Castiglione e Gassino questo sviluppo è dovuto alla vicinanza del mercato torinese; a Verrua, Brozolo e Casalborgone è dovuto invece alla specialità locale dei piselli. 92