Agricoltura dalla agricoltura ad altri settori produttivi; infatti la popolazione agricola, che era circa il 5o ° nel 1936, raggiunge ora appena il 28 0, A Chiusa San Michele, Sant'Antonino, Condove, Caprie, Borgone e San Didero si è avuto un leggero aumento del bosco ed un regresso dei seminativi a cereali, in favore del prato avvicendato. Nelle zone in pendio, un tempo coltivate — col sistema del terrazzamento — sia a vigneti che a cereali, sono subentrati oggi l'incolto, il bosco ed il pascolo. Molto estesa è la coltivazione della frutta, specializzata e a col-tura promiscua. Vanno aumentando in questi ultimi tempi i frutteti razionali: la bassa Valle di Susa appare adatta a questa col-tura che potrà, in futuro, rappresentare una notevole fonte di reddito. Nell'ultimo quinquennio, la superficie a seminativi ed a vigneti è ancora diminuita, anche per effetto delle recenti alluvioni, mentre in aumento risulta il foraggio. Il patrimonio zootecnico è basso in tutta la zona ". Questa situazione è in parte da mettere in relazione con la struttura particolare che presenta l'attività agricola nella zona di cui si è detto. La meccanizzazione si è abbastanza diffusa, se si tiene conto delle difficoltà opposte dalla natura del terreno per l'impiego dei trattori. Calcolando il rapporto tra trattori e superficie agraria, risulta che la zona piú meccanizzata è quella che dal piano si estende fino a Sant'Antonino e Borgone: in particolare i comuni con il maggior numero di trattori risultano Villardora, Sant'Ambrogio e Chiusa San Michele. I mercati che interessano l'agricoltura sono quelli di Condove, Bussoleno e Susa. L'indebitamento agrario, da quanto risulta dai dati circa il credito agrario, risulta massimo nei comuni di Susa, Bruzolo, Vaic, Chiusa San Michele e Sant'Ambrogio. La proprietà fondiaria prevalente è quella media e grande nelle zone di montagna piú impervie e meno produttive, mentre invece nei terreni di fondo valle e in quelli dove è possibile la coltura a seminativi o a vigneti il frazionamento della proprietà raggiunge livelli elevati. Infatti nei comuni di Susa, San Didero e Borgone, tutti situati nel fondo valle, sono predominanti la piccola e la piccolissima proprietà. I redditi agrari catastali risultano dovunque molto bassi, fatta eccezione per Moncenisio, dove una sola grande proprietà è classificata nei redditi catastali piú elevati. 13. Zona montana delle valli della Stura. A Lanzo si apre la vallata alpina della Valle Stura, che si diparte in tre diramazioni principali: la Val di Viú, che da Germagnano sale fino a Usseglio, la Val d'Ala, che da Ceres arriva a Balme e la Val Grande, da Ceres a Groscavallo. Inoltre fannoparte di questa zona agraria i comuni di Balangero, Coassolo e Corio Canavese, la cui agricoltura presenta molte affinità con quella delle valli di Lanzo. I comuni del fondo valle risultano ad economia prevalente-mente industriale. L'economia agraria della zona è molto povera e l'integrazione del reddito, con apporti provenienti dalle industrie e dal turismo, è essenziale. Si può distinguere la zona montana in due sottozone: la Val di Viti, composta di terreni meno redditizi e le altre due valli con i fondo valle ad agricoltura relativamente buona per la presenza di pascoli e prati irrigui. Gli alpeggi dell'alta montagna, specie quelli della Val Grande, sono molto curati, con migliorie ed opere di trasformazione e di riattamento. Le colture piú diffuse, oltre ai pascoli ed ai boschi, sono quelle cerealicole (segale, patate, orti famigliari). La coltivazione della vite è stata completamente abbandonata nelle zone di montagna e di media montagna e risulta fortemente diminuita anche nei territori meno elevati. Soltanto nella zona di Balangero-Corio i vigneti occupano ancora una considerevole estensione di terreno. La superficie a bosco è rimasta pressoché immutata: i castagni sono presenti in ogni comune, fatta eccezione per Usseglio e per Balme, situati ad una altitudine troppo elevata. Si devono segnalare invece delle variazioni nella superficie coltivata a semi-nativi: è diminuita quella coltivata a frumento, granoturco e segale ed è aumentata quella coltivata a patate e foraggio. La redditività per ettaro è comunque aumentata, soprattutto per le colture foraggere. A Corio, Lanzo, e Balangero sono abbastanza estesi i frutteti specializzati ed in coltura promiscua. Nel ventennio 1936-56 la popolazione residente in questa zona è diminuita di oltre il 16 mentre gli addetti all'agricoltura che nel 1936 rappresentavano il 61 della popolazione attiva, nel 1956 risultano passati a circa il 5o ° percentuale ancora molto elevata. L'azienda tipo è notevolmente inferiore ai 10 ettari, e in certe zone la polverizzazione della proprietà ha raggiunto livelli molto elevati. Man mano che si sale aumenta l'estensione media della proprietà, ma, come è noto, diminuisce insieme la redditività del terreno. Il patrimonio zootecnico, in rapporto alla superficie agraria e forestale, non risulta molto diffuso, salvo che a Corio e Lanzo, Balangero, Monastero e Cantoira. Nell'alta montagna la densità si riduce a livelli bassissimi. La razza bovina piú diffusa è quella valdostana, che raggiunge in tutte e tre le valli, anche per effetto di gruppi di selezione locali, un livello di alto pregio. La quota di rimonta risulta abbastanza alta e vi è una spiccata tendenza all'allevamento. La meccanizzazione agricola, fatta eccezione per Lanzo, Ba- langero e Corio, non raggiunge nella zona valori apprezzabili. I mercati, che interessano l'agricoltura delle valli di Lanzo, 86