Cenni storici sero anche altre fabbriche minori di accessori e pneumatici. Nel 1906 si apri la filiale italiana della Michelin che subito acquistò una posizione di primo piano nella fornitura di pneumatici alle varie industrie automobilistiche torinesi. Le prospettive di rapidi guadagni nell'industria automobilistica contribuirono ad accelerare il constatato processo di espansione favorendo una vasta speculazione di borsa Le quotazioni delle azioni Fiat giunsero nel 1906 a 75 volte il loro valore nominale; notevole risulta anche l'aumento degli altri titoli automobilistici. Ma questo sviluppo non durò a lungo, e nel 1908 si ebbe un rapido crollo; le perdite maggiori furono subite dalla Rapid, dalla Itala, dalla Bianchi e dalla Diatto. In seguito alla crisi alcune imprese si orientarono verso altre produzioni; ebbe cosí inizio un processo di riorganizzazione del settore metalmeccanico ed in particolare di quello automobilistico che si accompagnò ad un intensificato progresso tecnologico facilitato anche dalla riduzione dei costi dell'energia elettrica ". In questa rinnovata espansione dell'industria metalmeccanica la Fiat si avviò ad assumere una posizione di prevalenza. Anche l'incremento delle esportazioni favori lo sviluppo della produzione: dalle 1400 vetture esportate nel 1907 Si passò alle 7300 del 1912, cd alle io 000 del 1914; pit dell'8o % di esse erano prodotte da fabbriche torinesi. Negli anni che precedettero la prima guerra mondiale la Fiat, e con essa alcune grandi imprese, presentavano già molte caratteristiche della grande industria moderna: erano state ammodernate le fonderie e semplificati i trasporti del materiale sui luoghi di produzione; si stabilivano preventivamente anche nei dettagli le successive fasi di lavorazione e si otteneva quindi uno stretto legame tra i vari reparti, con i primi tentativi di produzione in serie. Si favoriva la specializzazione delle maestranze, tanto che attorno al 1910, Si contavano nell'industria automobilistica 23 categorie diverse di mano d'opera. Si cominciò a chiarire, sia pure in modo ancora piuttosto empirico, un concetto di produttività del lavoro in cui il fattore tempo veniva ad assumere importanza decisiva. Ciò permise nel 1911 di ridurre i prezzi di quasi la metà rispetto a quelli dei primissimi anni del secolo ". All'accresciuto progresso tecnologico si accompagnò lo sviluppo dei sindacati operai che avevano incontrato difficoltà ad affermarsi sia per la mentalità degli industriali i quali consideravano un tradimento l'organizzazione sindacale 2', sia per la provenienza sociale degli operai appartenenti in genere a famiglie contadine. Il progresso delle industrie esigeva inoltre maestranze qualificate in favore delle quali cominciava a manifestarsi una differenziazione salariale. I dislivelli nelle retribuzioni furono accentuati anche dalle divergenze nel ritmo del progresso tecnico tra le grandi e le piccole e medie imprese. Si andavano cosí delineando le diverse fasce salariali'°. Il problema della qualificazione professionale dei lavoratori incominciava a porsi con urgenza; ne é prova il numero degli allievi delle scuole professionali che in dieci anni aumentarono dicinque volte: dai 1046 del 1902 ai 5227 del 1912. Aumentò anche il numero totale dei corsi sebbene in misura non proporzionale al numero degli allievi (da 97 a 157). Il censimento del 1911 fa conoscere nelle sue linee generali la situazione economica della provincia di Torino: gli addetti alle varie attività produttive le quali disponevano di 123 711 HP, erano 169 598 cosí ripartiti: Cospicuo era l'accentramento industriale nella città di Torino in cui gli addetti all'industria erano 93 090 (il 54.9 % dell'intera provincia) con 26 031 HP (il 21 % della provincia) cosí ripartiti: La Fiat deteneva già una posizione di prevalenza occupando da sola circa la metà delle maestranze del settore automobilistico, che ammontavano a 9000 unità. L'espansione dell'industria automo- bilistica si accompagnava ad uno sviluppo discretamente sostenuto degli altri settori. In Val Chisone, collegate con l'industria automobilistica, si andavano affermando con le caratteristiche dell'industria moderna le Officine RIV, fondate nel 1906, per la produzione di cuscinetti a sfere. Il censimento accertò l'esistenza di 120 aziende medie e di alcune centinaia di piccole e minime nella sola città di Torino. Imprese di notevole importanza erano sorte in quegli anni: fra queste va ricordata la Olivetti, nata ad Ivrea nel 1908, per la pro- duzione di macchine da scrivere, e la Elli Zerboni, nata a Torino nel 1912, per la produzione di macchine utensili. Le industrie 29 T:\BELLA 4. addotti HP Lavorazione prodotti 34 310 12 878 dell'agricoltura, caccia e pesca Metallurgiche 39 283 9 480 Mineralurgiche 21 881 2 203 Tessili 55 870 21 981 Chimiche 8 878 6 642 Estrattive 3 593 I 032 Servizi vari 5 783 69 495 TABELLA 5. addetti HP Lavorazione prodotti 21 173 2 203 dell'agricoltura, caccia e pesca Metallurgiche 29 007 2 707 Mineralurgiche I I 379 93 Tessili 20 455 2 742 Chimiche 5 982 479 Estrattive 205 6 Servizi vari 4 88q 17 So1 5