Torino. Impatto e fuga	11
questa città è, dal punto di vista della storia italiana e della rivoluzione proletaria italiana, interessantissimo »5.
Queste le osservazioni contenute in un Rapporto inviato da Gramsci nel luglio 1920 al Comitato Esecutivo dell'Internazionale Comunista. Torino è un laboratorio di dinamismi sociali e insieme — come protagonista — cuore di essi.
Con il ritmo culturale dello sviluppo tecnico, entrano nella vita e nel cuore di Torino quelle che si possono chiamare le « armonie metallurgiche ». Il loro significato è determinante anche in Gramsci, solo che esse passino dal cuore del padrone a quello delle masse: conflitto sociale e armonie metallurgiche.
Conflitto sociale ed « armonie metallurgiche » Si intrecciano nello slancio industrialistico e nella forza dello sviluppo. Di nuovo Piero Gobetti: « Così si incontravano i due momenti della civiltà moderna nel culmine più perfetto del loro tormentoso ascendere. Intorno a queste eroiche figure di dominatori (operai, industriali, intraprendi-tori) si raccoglieva la massa e dava alimento e universalità al cozzo fecondo. La città divenuta centro delle aspirazioni e della vita che la circondano obbliga gli immigrati (operai manuali, piccoli borghesi, commercianti) ad accettare il loro posto di combattimento tra le opposte esigenze che si contrastano e di cui solo i migliori hanno la direzione e la conoscenza »6.
Le armonie metallurgiche non sono in Gobetti nè idealistiche nè materialistiche. Esse ascendono da una spirale storica coinvolgente lotta di classe, progresso tecnico e sviluppo sociale. « Il materialismo storico (senza determinismo, chè sarebbe un fraintendere il concetto luminoso di rovesciamento della praxis) e la teoria della lotta di classe sono strumenti acquisisti per sempre alla scienza sociale ... Il movimento operaio ha avuto uno scopo e una organicità da quando egli levò il suo grido di battaglia ». Ricordo il francese Emile Durkheim che nelle sue Lezioni sul Socialismo del 1895-6 aveva parlato di un « grido di dolore ». Continua Gobetti: « Non è vero che Marx parli alle masse il linguaggio materialistico, Mazzini il linguaggio ideale: l'ideale di Mazzini è nebuloso e romantico; quello di Marx realistico ed operoso »7.
L'accordo tra sviluppo economico, progresso tecnico e progresso sociale è messo nel massimo risalto dalla industrializzazione. « La convinzione — ancora Gobetti — che lo sviluppo economico sia in


5. Cfr. Opere di Antonio Gramsci, L'ordine Nuovo, 1919-1920, Torino, 1955, pag. 179.
6. Cfr. P. GOBETTI op. Cit. pag. 281.
7. Cfr. op. cit. pag. 640.