Torino. Impatto e fuga	15
a costituire un organismo economico di tipo autonomo, che produce quasi tutte le ricchezze che consuma, ed esporta tanto da essere indispensabile non solo alla vita nazionale, ma alla stessa vita europea »1S
Distinzione della classe metallurgica dunque. E sua stretta connessione con il « compatto e disciplinato sistema di produzione industriale magnificamente attrezzato dal capitalismo per dominare politicamente la nazione »I6. Da tale sistema e in virtù dello storico lega-me con la classe che esso produce, si produrrà pure il « modello di organizzazione statale » che si estenderà a tutta la nazione e incarnerà la dittatura del proletariato, le cui condizioni Gramsci additava nello « strenuo sforzo di produttività », nel sistema dei Consigli operai e contadini, nella « forte e vigile coscienza di produttori » che essi infonderanno ed organizzeranno''. Questi gli elementi gramsciani di ciò che oggi si chiama la centralità operaia.
La centralità operaia è la centralità dell'operaio di fabbrica. L'operaio di fabbrica è colui che realizza storicamente la coscienza dei produttori. Una coscienza che l'utopista Saint-Simon associava ed estendeva alla classe degli industriali, prognosticando una armonia conflittuale risolta. Al contrario l'armonia conflittuale gramsciana sta nella opposizione e nella contrapposizione del « destino » del-la classe capitalistica con lo sviluppo di una società di produttori. La linea di sviluppo storico della classe capitalistica è un processo di corruzione, un processo di decomposizione; mentre la classe proprietaria del capitale «si è allontanata dal lavoro e dalla produzione, si è disgregata, ha perduto la coscienza della sua primitiva unità che era unità dialettica» la classe lavoratrice «è andata invece sviluppandosi verso un tipo di umanità storicamente originale e nuovo: l'operaio di fabbrica, il proletario che ha perduto ogni residuo psicologico delle sue origini contadinesche o artigiane, il proletario che vive la vita della fabbrica, la vita della produzione intensa e metodica, disordinata e caotica, nei rapporti sociali esterni alla fabbrica, nei rapporti politici di distribuzione della ricchezza, ma nell'interno della fabbrica, ordinata, precisa, disciplinata, secondo il ritmo delle gran-di macchine, secondo il ritmo di una raffinata ed esatta divisione del lavoro, la più grande macchina della produzione industriale »18. Ed ancora: « La classe operaia si è identificata con la fabbrica, si è iden-
15. Cfr. op. cit. pag. 320.
16. Cfr. op. cit. pag. 320.
17. Cfr. op. cit. pag. 321.
18. Cfr. op. cit. pag. 325