Capitolo I Alcune problematiche relative al calcolo del reddito a livello comunale Le Camere di commercio del Piemonte hanno ormai da diversi anni avvertito la necessità di procedere a valutazioni del reddito in aree sub-provinciali fino a giungere ai singoli comuni. Vi è infatti una rilevante domanda di dati statistici di tale natura. Si pensi ai piani comunali di sviluppo e di adeguamento della rete distributiva, alle esigenze delle politiche di programmazione del territorio, alle ricerche di mercato, nonché agli interessi di singoli studiosi e ricercatori. L'ultima pubblicazione in materia da parte dell'Unione delle Camere di commercio del Piemonte risale al 1976 e riporta valutazioni dei redditi comunali al 1974. Poiché ricerche di questo genere si avvalgono soprattutto della mole di da-ti resi noti in seguito ai vari censimenti, si è proceduto a un aggiornamento di quel lavoro all'indomani della pubblicazione, da parte dell'Istat, dei fascicoli provinciali piemontesi del censimento della popolazione. L'esperienza precedente è stata molto utile e ha consentito di apportare del-le modifiche che si ritiene abbiano migliorato la qualità dei risultati. Il calcolo di indici di reddito a livello comunale è reso complicato da almeno due ordini di motivi: la relativa scarsità di dati statistici disponibili da un lato e l'eccessiva ristrettezza territoriale dall'altro. L'ISTAT giunge a calcolare il reddito a livello regionale, mentre l'Unione italiana delle Camere di commercio ha una lunga esperienza di valutazioni provinciali. Questi sono di conseguenza i punti di partenza per tentare disaggregazioni più spinte. Si ritiene innanzitutto impossibile per varie ragioni (costi e complessità del-l'organizzazione necessaria in primo luogo) adottare per il calcolo dei redditi comunali la stessa metodologia applicata dall'ISTAT in sede di valutazione del reddito nazionale e regionale. Si tratterebbe di rilevare per gli oltre milleduecento comuni piemontesi i redditi lordi da lavoro dipendente, quelli da capitale e i trasferimenti sociali (pensioni, assegni familiari, sussidi vari, ecc.). Da ciò occorre detrarre, per giungere a un reddito disponibile, cioè antecedente alla destinazione ai di-versi impieghi possibili, il totale delle imposte, i contributi sociali e in genere i trasferimenti delle famiglie alla pubblica amministrazione. La ristrettezza territoriale rende difficile il problema posto anche per un altro motivo. Infatti, il reddito può essere rilevato all'atto della disponibilità, co- 7