I redditi dei comuni del Piemonte "potenzialità di spesa per consumi", e possiede una capacità esplicativa mediamente inferiore al 10 L'ultimo fattore estratto (poco più del 5% di varianza spiegata) riguarda in tre province l'indice di disoccupazione (che agisce in senso sfavorevole sul reddito disponibile) e in un caso, sempre con efficacia negativa, l'occupazione in agricoltura. In sostanza, il reddito disponibile è stato considerato nel modello utilizzato (uno per provincia) come una variabile dipendente dei fattori estratti, quantificati dai relativi punteggi. I fattori, come visto in precedenza sono riconducibili ai seguenti aspetti: 1) struttura della popolazione e delle forze di lavoro; 2) presenza dei ceti sociali più elevati, misurati dai livelli d'istruzione congiuntamente alla posizione nella gerarchia produttiva; 3) ricchezza immobiliare; 4) livelli di alcune tipologie di consumo; 5) entità di un fenomeno negativo quale la disoccupazione (in un caso il grado di ruralità). Quanto ai punteggi fattoriali, utilizzati per rappresentare i "valori" dei fattori, essi sono variabili standardizzate, cioè con media pari a zero e varianza pari ad uno. Per ogni fattore si sono ottenuti i punteggi fattoriali moltiplicando i valori standardizzati di ogni variabile per i corrispondenti coefficienti fattoriali. I redditi comunali scaturiti dal calcolo sono compatibili con i valori a livello provinciale ricavati dall'Istituto Tagliacarne. Essi sono stimati all'anno 1994, tenendo conto del presumibile incremento medio di quell'anno, che al momento attuale non è ancora stato valutato a livello provinciale. Poiché i punteggi fattoriali possono assumere anche valori negativi, in qualche limitato caso (meno di dieci comuni in tutta la regione) il reddito stimato risulterebbe di segno negativo. Per evitare questa evidente incongruità, a questi comuni è stato attribuito il reddito pro-capite più basso riscontrato tra i comuni della provincia di appartenenza. 8