TEcna[itj ttera da Periodico di economia, cultura, informazione tecnologica 1/1987 Obiettivo efficienza per la spesa in R e S Eureka e Tecnocity L'esito della quarta conferenza interministeriale del programma Eureka, tenutasi a Stoccolma a fine dicembre, non poteva essere più favorevole per l'Italia. In graduatoria il nostro Paese balza al terzo e quarto posto rispetto al numero di progetti e al relativo costo, partecipando, di fatto a quasi tutti i programmi di ricerca. E un contributo rilevante al successo della tecnologia nazionale proviene ancora una volta da Tecnocity, che può vantare nel «pacchetto» complessivo del programma Eureka progetti per un ammontare totale di oltre 50 milioni ed Ecu. (Servizi a pag. 5, 6, 7). In altri termini le aziende di Tecnocity stanno investendo in Eureka quasi il 20% dell'ammontare totale destinato a questa iniziativa dall'industria italiana. Ma di per sé sola la cifra dell'investimento in R&S, dell'input finanziario, non basterebbe a spiegare le ragioni di questo successo tecnologico. (D'altra parte l'Italia nel suo complesso, ormai, destina a spese di R&S oltre 9.000 miliardi l'anno). Piuttosto vale la pena di ricordare che se è vero che permane l'istanza di aumenta-re ulteriormente gli investimenti in R&S, tuttavia assume importanza cruciale il modo con cui garantire l'impiego più efficiente di queste ingenti risorse. Occorre cioè individuarne le modalità di allocazione più efficace. E necessario cioè poter misurare i potenziali di incremento di produttività che queste risorse possono complessivamente generare. Esistono ormai numerosi modelli organizzativi di gestione dell'attività di ricerca e di innovazione che consentono di individuare le soluzioni più efficienti da un punto di vista aggregato oltre che aziendale. Fra tutti quello che è apparso, nel recente passato, più valido e pratica-bile è quello adottato dalla Nasa. In esso si combinano formule di cooperazione bilaterale fra imprese, università e programmi di domanda pubblica ad elevato con-tenuto innovativo. Accanto ad esso si pro-pone il modello dell'integrazione spazia-le dell'attività innovativa. In altre paro-le, il modello del distretto tecnologico, o più sinteticamente il modello di Tecnoci- ty. L'esistenza del distretto tecnologico crea ed attiva un insieme di sinergie. Intensifica cioè: i collegamenti fra i centri di ricerca: la mobilità della manodopera qualificata; la valorizzazione deI capitale umano; la circolazione delle informazioni; lo sfruttamento delle strutture fisiche di ricerca; la formazione di imprenditorialità tecnico-scientifiche; la diffusione delle innovazioni; l'interazione tra utenti e produttori di innovazione; la natalità di nuova imprese; i rapporti tra capitale finanziario e capitale industriale; il trasferimento intersettoriale di nuove tecnologie e processi produttivi. E quindi necessario che il «distretto tecnologico» o «l'area di eccellenza» (così come è stata individuata dalle proposte di Nomisma e dal Comitato per la Scienza e la Tecnologia, istituito dalla Presidenza del Consiglio, vedi servizio a pag. 2) entrino a far parte del bagaglio metodo-logico e fra i criteri guida di quanti han-no la responsabilità di gestire le politiche dell'innovazione nel nostro Paese. pag. 2 Imprese e accademici per Atenei autonomi pag. 3 Intervista a Tullio Regge: Più industria per il dottorato di ricerca pag. 5-7 Tutti i progetti di Tecnocity nel programma Eureka pag. 8 41 Milioni di Ecu per le ricerche «Brite» pag. 9-10 Industria e Università: soci a Grenoble, Lyon e Graz L'assemblea di fondazione del Progetto Eureka 1