viamo un valore assai prossimo al 15 per mille. A questo valore ci atteniamo peri nostri calcoli. Passiamo ora al tasso di mortalità (morti per I000 abitanti). Assistiamo qui ad una tendenza più precisa. Infatti, di anno in anno, grazie ai progressi della medicina, il tasso di mortalità diminuisce. (Trascuriamo, al solito, gli eventi eccezionali, come l'epidemia « spagnola » del 1918). Prima della guerra, esso si aggirava attorno al 13 per mille. Subito dopo la guerra il livello è stato del Io-II per mille. Nel 1958 abbiamo registrato il tasso del 9,99 per mille; nel 1959, il tasso è stato del 9,41 per mille. Penso che, adottando per la nostra stima circa i prossimi quarant'anni, il tasso medio del 7,5 per mille, non si sia molto lontani dal vero. La discesa del tasso di mortalità è infatti destinata a continuare. Il movimento naturale della popolazione dovrebbe dunque essere positivo nella misura del 7,5 per mille all'anno (15 meno 7,5"x). Se in passato il movimento naturale di Torino era pressochè nullo (le morti pareggiavano le nascite) ora la nostra popolazione tende ad aumentare per un eccesso di nati, in seguito alla maggiore fertilità degli immigrati ed ai progressi della medicina. Se consideriamo poi il movimento migratorio, ci troviamo di fronte a tassi molto più oscillanti. Gli immigrati per I000 abitanti in taluni anni record superano la cifra del 6o per mille. Questo è avvenuto ripetutamente dal 1920 al 1930, poi ancora nel 1937 ed anche nel 1955. In questo ultimo anno, che ha segnato il record post-bellico, gli immigrati sono stati il 63 per mille della popolazione. Ma per contro, in altri anni di meno intensa immigrazione il tasso può scendere al 40 per mille od anche meno. Per esempio, nel 1952 è stato del 23 per mille soltanto, e negli anni di guerra (ma per evidenti ragioni, che speriamo non debbano più ripetersi) ha toccato il io per mille. Negli ultimissimi anni abbiamo avuto il 55 per mille del 1956; il 59 per mille del 1957; il 48 per mille del 1958 ed il 50 per mille del 1959. Che cosa avverrà in futuro? Non sono pochi coloro che ritengono che il tasso di immigrazione debba diminuire, sia perchè nell'Italia Meridionale e nelle altre zone di emigrazione il tenore di vita aumenterà, sia perchè la capacità ricettiva di Torino sta per essere saturata. La mia opinione personale è che nè l'una nè l'altra ragione sono pienamente valide, ma per motivi prudenziali possiamo benissimo limitarci ad un tasso di immigrazione del 40 per mille. Questo tasso è anche la media che risulta dall'inizio del secolo ad oggi, escludendo i periodi eccezionali (la guerra italo-turca del 1911-1912, le due guerre mondiali e la grande crisi iniziata nel 1929-1930). Quanto all'emigrazione, ritroviamo cifre molto oscillanti: lasciando stare il passato remoto, considerando solo gli ultimi anni, troviamo un minimo del 7 per mille nel 1952 ed un massimo del 22 per mille 46