ÿþambienti naturali cominciano finalmente a preoccupare. Di conseguenza, da parte delle Regioni più evolute (parliamo per ora dell'Italia) si sono andate evidenziando linee politiche prestanti attenzione a tutto il territorio e non solo alle porzioni dotate di pregi naturalistici e paesaggistici. Con i soli parchi infatti si esercita una protezione a isole, troppo parziale e insufficiente; si deve invece puntare a un migliora-mento delle condizioni ambientali (e quindi anche della qualità della vita per questi aspetti) tali che tutto il territorio possa essere trattato alla stregua di un parco, sia pure non concepito nei vecchi termini di inbalsamazione di un'area. Oggi siamo ancora lontani da un equilibrato rapporto tra tutela e sviluppo, che non siano contrapposti ma interdipendenti; la politica ambientale però va entrando sempre più in integrazione con la pianificazione territoriale e con la programmazione economica, almeno in talune Regioni se non nella maggioranza di esse. Di conseguenza, si è profondamente evoluto il concetto di parco, che già in precedenza nelle intenzioni delle Regioni aveva superato la semplice accezione (di vecchia ispirazione "nazionale") di entità atta a conservare flora e fauna e paesaggio di un'area. Da tale tutela passiva si è passati a una tutela attiva, a una vitalizzazione: sono concetti che peraltro paiono essere stati ora recepiti anche dagli orientamenti del nuovo Ministero per l'Ambiente. L'entità parco è divenuta gestione del territorio, comprendendo le attività umane, anche nella consapevolezza che una corretta gestione può fornire altresì nuova occupazione; dalla semplice apposizione di vincoli (talvolta anche con repressione di attività tradizionali non distruttive) si è passati a proposte di sviluppo per la popolazione residente, in una pianificazione "integrata" che è un momento più evoluto e più razionale anche nell'interesse stesso dei beni da tutelare. Così, alla funzione protettiva (e occasionalmente di ricerca scientifica) si sono aggiunte altre funzioni "sociali" che vengono richieste ai parchi, dall'attività didattico-divulgativa alla fruizione del tempo libero e all'attività turistico-sportiva, da occasione di educazione alla sensibilità ambientale sino a dispensazione di cultura nei suoi vari a-spetti (naturalistica ma anche storica, antropologica, archeologica, ecc.). Si mira anche al perseguimento di fini di ricerca di comporta-menti ottimali dell'uomo e pertanto il parco diviene (come fa notare W. Giuliano) strumento di sviluppo umano, di promozione culturale e sociale soprattutto per le comunità depresse. Come ha affermato Laura Conti, "Parco è, oggi, un'ipoteca sul futuro, l'occasione per una spe- 3