6.4. Flussi di reddito, consumo e mobilità


Passando ora ad osservare l'andamento dell'interscambio con le zone circostanti, dai comportamenti di spese delle famiglie emerge, in relazione ai flussi di consumo (cfr. tab. 6.21), una certa autonomia dell'urea del Chierese-Carmagnolese per quanto riguarda l'acquisto di beni di largo consunto. Infatti, il luogo di acquisto di questa tipologia di prodotti coincide solitamente (per il 65% delle famiglie) con quello di residenza né tale tendenza sembra influenzata dal livello di reddito. Circa il 27% dei nuclei familiari si riforniscono presso l'area metropolitana di Torino e sono soprattutto e f(lnliglie appartenenti a1 fascia (li reddito medio-bassa (25-40 milioni) rivol-
ersi (li /)uliti vendita dell'hinterland torinese presumibilmente alla ricerca di maggiori convenienze meno dell'8% delle famiglie acquista generi di largo consumo presso altre zone della provincia torinese e questo comportamento riguarda special-mente le famiglie più ricche, evidentemente mosse da fattori diversi dalla convenienza economica.

La Situazione cambia, e con C'SS(1 il ,'rado di autosufficienza dell'area indagata, man nl(1ll( ('he si passa a beni /)lu impegnativi e complessi. Per l'acquisto di beni durevoli, infatti, la percentuale di famiglie che si rifornisce in casa scende al 50% e l'altra meni si sposta, in ordine decrescente, verso Torino (39%) o verso altri comuni della provincia (9%). E interessante notare come comprare beni di consumo durevole presso lo stesso luogo di residenza sia un comportamento più frequentemente osservato, quasi in eguale misura, tanto dalle famiglie meno abbienti (con reddito al di sotto dei 25 milioni) che da quelle più agiate, e come invece le famiglie dei ceti medi tendano a recarsi altrove. Probabilmente, l'offerta di beni durevoli complessivamente disponibile nella zona soddisfa, certo per ragioni diverse, bisogni collocati agli estremi opposti lasciando però insoddisfatti quelli di livello intermedio.

Se, come si è visto, per l'acquisto di beni durevoli una buona meta delle famiglie intervistate frequenta zone diverse da quella di residenza, l'esodo diventa più netto e (assai più co/isiste/ite per l'acquisto di servizi. In questo caso, infatti, ben il 65% delle famiglie si sposta verso altre aree della provincia torinese e la cintura metropolitana di Torino diviene inequivocabilmente il polo d'attrazione principale. Le altre aree (compreso il resto del Piemonte, ma soprattutto la Valle d'Aosta e la Francia) mostrano invece una capacità di attirare i consumi del Carmagnolese e del Chierese praticamente nulla.

Nel complesso, è possibile osservare come la maggiore parte dei flussi di consumo tenda ad esaurirsi entro i confini della provincia torinese e la dispersione di risorse verso le aree extra provinciali riguardi una quota estremamente ridotta dei consumi familiari.

Il ruolo esercitato dall'area metropolitana di Torino risulta confermato (anche (1(lll'alialisi della frequenza degli spostamenti. Il capoluogo piemontese costituisce infatti la meta più spesso frequentata dagli abitanti del Chierese e del Carmagnolese, come mostrano le percentuali relative alla scansione temporale delle visite effettuate (cfr. tab. 6.22). Mentre per le altre aree gli spostamenti avvengono piuttosto di rado (meno di una volta al mese), nel caso di Torino la cadenza si intensifica e, soprattutto per motivi di intrattenimento, tende a superare le due visite mensili. Riguardo alle
- 180-