p516aca4 Valli di Susa e Sangone i saldi migratori positivi sono risultati sempre tali da più che compensare la contrazione naturale della popolazione, mentre nell'area di Lanzo i flussi immigratori non sono risultati sufficientemente consistenti per far crescere o mantenere stabile il livello demografico. In particolare è la USL 37 di Lanzo quella in cui il processo di declino demografico ha assunto, nel corso degli anni ottanta, aspetti quasi drammatici: mentre in alcuni anni il numero delle cancellazioni per mutamento di residenza è risultato superiore a quello delle iscrizioni da altri comuni, i decessi hanno superato le nascite fino a causare saldi negativi dell'ordine del -0.7%-0.9%. Bisogna rilevare, però, come proprio negli ultimi anni per cui sono disponibili i dati (1989 e 1990) anche l'area di Lanzo abbia fatto segnare dei saldi migratori significativamente positivi (+0.8% e +1.3% rispettivamente). Può forse ipotizzarsi che anche la Vai di Lanzo cominci a beneficiare della tendenza, affermatasi negli anni ottanta, di un flusso migratorio che si origina a Torino per dirigersi verso i comuni della seconda cintura, e più recentemente, anche delle località montane. Questa tendenza potrebbe trovare conferma in futuro sotto la spinta della crisi economica e la domanda di alloggi a buon mercato. E in effetti la Val di Susa, e ancor di più la Vai Sangone, sono stati meta, nel corso degli anni ottanta, di un intensissimo flusso migratorio (proveniente per lo più dal Capoluogo) che ha spinto al rialzo i prezzi degli immobili e il mercato degli affitti. Sul finire degli anni ottanta il saldo migratorio nella USL 35 di Giaveno ha superato il 2% annuo e quello della Val di Susa (USL 36) si è aggirato intorno all'l%. 16