probabilmente per l'elevato sviluppo della meccanizzazione agricola e per le migliori condizioni di vita che presentano alcuni comuni limitrofi di maggiori dimensioni . Negli anni 1961-71 tali aree soggette a spopolamento continueranno il loro trend negativo per l'insufficiente sviluppo del settore industriale o per crisi congiunturali delle industrie esistenti (industria cementiera nell'area di Casale Monferrato). In conclusione, nell'incremento della popolazione regionale registrato nel periodo 1951-71 è aumentato il peso dell'area torinese a scapito delle altre aree. Gli anni '70 rappresentano, come per la regione Piemonte nel suo complesso, una svolta per le dinamiche demografiche dei comprensori. Il saldo demografico risulta negativo per tutti i comprensori ad eccezione di Pinerolo, Cuneo e Alba-Bra . Si tratta, comunque, di differenze esigue. Negli anni '80 il trend negativo continua, ma si aggrava . Torino registra consistenti saldi negativi che cominciano ad erodere il suo peso all'interno della regione . Oltre al comprensorio di Torino, le perdite più consistenti sono subite dalle aree di Borgosesia e Biella, Casale, Vercelli, Alessandria e Nizza, Mondovì, Verbania, Novara, Ivrea, Asti e Saluzzo hanno dinamiche negative inferiori. Le aree che crescono in popolazione sono quelle di Alba, Pinerolo e Cuneo . Negli ultimi anni anche tali zone rallentano notevolmente la loro già ridotta crescita e fanno registrare valori stazionari. 2 . LA NATALITA' Come I'IRES per primo ha segnalato, negli anni 1951-57 si evidenzia in Piemonte un persistente saldo naturale negativo, fenomeno tipico delle società industrializzate, che lasciava presagire una continuazione e anche un peggioramento a causa della struttura fortemente invecchiata della popolazione e dei bassi quozienti specifici di fecondità . La tendenza si inverte per l'effetto indiretto delle migrazioni . E' noto che la mobilità territoriale di quegli anni coinvolge in particolare fasce di età feconde (15-35 anni) . Si ha, quindi, negli anni successivi al 1957 una ripresa consistente dei tassi di natalità tale da risollevare le sorti del saldo naturale (da notare che la mortalità rimane pressochè costante fino ai giorni nostri) . Questa dinamica permane fino al 1971, anno in cui si verifica una nuova inversione di 'tèndenza con 42