alimentazione primario della forza lavoro nel decennio precedente, denuncia in Piemonte una tendenza alla riduzione progressiva fino al 1975 . Solo a partire dal 1979 si ha una ripresa netta che riporta il fenomeno a livello dell'inizio del decennio . Nel frattempo il tasso di scolarizzazione denuncia una tendenza costante, anche se contenuta, all'aumento. I disoccupati ufficiali, che come è noto sono notevolmente inferiori a quelli , effettivi, dopo esser diminuiti negli anni sessanta, quasi raddoppiano negli anni settanta giungendo a rappresentare a fine periodo il 6% della forza lavoro complessiva. Nei primi anni '70 la disoccupazione è prevalentemente di carattere frizionale : ciò vale, senza particolari qualificazioni, per la componente maschile adulta mentre per quella femminile i livelli più elevati di disoccupazione lasciano intravvedere elementi di maggior difficoltà di inserimento . Incomincia, però, a manifestarsi il fenomeno della disoccupazione giovanile senza raggiungere ancora livelli allarmanti. Verso metà periodo, in collegamento con la debole dinamica occupazionale complessiva, si accentuano le tendenze già iniziate riguardanti la difficoltà di assorbimento di manodopera giovanile . A spiegare il fenomeno contribuisce anche l'acutizzarsi di uno squilibrio fondamentale tra le caratteristiche qualitative dell'offerta di lavoro giovanile, prevalentemente scolarizzate, e la domanda di manodopera da parte delle imprese che richiedono qualificazioni molto specifiche non offerte dal tipo di scolarizzazione. Alcune cifre sono indicative della rilevanza del fenomeno . La quota di giovani in cerca di prima occupazione rappresenta nel 1970 il 15,5% della disoccupazione ufficiale complessiva, nel 1975 il 26,1%, mentre nel 1979 raggiunge il livello del 42,4%. Nuovamente il fenomeno assume maggior intensità nel caso delle donne, per le quali la disoccupazione è cresciuta a fine anni settanta più di sette volte rispetto alla consistenza iniziale, mentre per i maschi l'aumento è di circa quattro volte . Il tasso di femminilizzazione dell'occupazione complessiva è tuttavia aumentato per effetto congiunto della più rapida espansione dei settori caratterizzati dalla maggior capacità di assorbimento della manodopera femminile (essenzialmente il terziario) e dell'aumento del tasso di attività femminile in tutti i settori . La spiegazione deriva, in parte, dai noti fenomeni socio-culturali che sono all'origine del rapido aumento della forza lavoro femminile ; in parte, da modificazioni intervenute nei comportamenti delle imprese 49