1 FATTI HI II v COOFKHAZIONI
■->67
non trasferibili ila un sindacato, o da una coo-
perativa , ad un'altra. Però qui pure gli operai
impiegati ricevono semplicemente un salario,
benché piò elevato di quello delle vetrerie ca-
pitaliste.
In complesso le associazioni cooperative
di produzione francesi, che dovrebbero, a parole,
abolire il salariato, impiegano nel 1805 ila 4.KMI
a «7(10 salariati, di cui solo la metà partecipano
al profitto. Si comprende dunque che esse 11011
abbiano una influenza considerevole in pro della
classe operaia. Esse del rimanente non fanno
rilevanti progressi, poiché, mentre uell' 85 com-
prendono 4500 soci, non ne contano più che 3500
nel 1805. Inoltre esse soffrono per difetto di capi
tale. Il postulatojlejla scuola di Xiines. che le so-
cii-tà cooperative di cousumo impieghimi le loro
quote ili rimborso (ristouriit•) a fondare o sostene-
re delle cooperative di produzione, non trova quasi
alcuna applicazione nella Francia, sia perchè
quivi le cooperative ili produzione precedono,
di regola, quelle di consumo, sia perchè queste
dispongono ili mezzi insufficienti.— Perciò le coo-
perative di produzione, affidate ai propri mezzi
esclusivamente, trovansi in costante disagio. Per
ovviare al difetto ili capitale, parecchie di esse,
negli ultimi tempi, si inducono ad accogliere come
partecipi al profitto anche dei capitalisti, così
snaturando il puro carattere cooperativo. — Per
ovviare a ciò, fin dal 1870 il filantropi Rampai