misurazione clie abbiamo l'atto sia dell'entità dell'azione svolta
sia dei risultati cbe ne sono conseguiti, potremmo ritenere di
avere esaurito il nostro compito istituzionale.
Che non spetta a noi di interloquire, e in questa sede, sul
dibattito che pure si svolge intorno alla possibilità ed alla op-
portunità di una eventuale politica di più larghi investimenti
pubblici, oltre i limiti già assunti od in via di deliberazione non-
ché intorno ai mezzi più idonei per realizzarla, mezzi che, in ogni
caso, non potrebbero essere richiesti alle banche.
Ma vi è un argomento che ci tocca da vicino e sul quale sen-
tiamo il dovere di esprimere il nostro avviso, ed è quello che
investe il problema dell'eventuale utilizzo, in questi tempi, delle
riserve auree e valutarie del paese, secondo i disegni e le pro-
poste che da diverse parti sono stati formulati. L'esame di que-
sto argomento ci darà modo di guardare, sia pure in via som-
maria, all'andamento dei nostri scambi con l'estero e ci permet-
terà anche di dare ulteriore dimostrazione del come, ¡iure sotto
il riflesso di promuovere il più alto volume di questi scambi e
di ridurne il deficit, la politica creditizia dell'anno scorso abbia
assolto degnamente al suo compito.
Nelle pagine della relazione dedicate ai nostri rapporti eco-
nomici con l'estero, è stata ricordata la vistosa contrazione del
deficit della bilancia dei pagamenti che si potè registrare fra
il 1947 ed il 1948. Fu in virtù di tale contrazione che il paese
potè costituirsi ima scorta di riserve, delle quali si era pauro-
samente impoverito,, tanto che nell'autunno del 1947 residua-
vano in cassa soltanto pochi milioni di dollari. Questo esauri-
mento delle riserve concludeva l'infernale moto inflazionistico,
che aveva minacciato di travolgere la nazione.
Alla radice del processo di ricostituzione stanno i provve-
dimenti creditizi del settembre e la coraggiosa politica di cambio
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