sentano progetti per stabilire nuòvamente il marchio ob-
bligatorio, ma non giungono mai in porto. Del resto le
frodi, che per la mancanza del marchio si possono commet-
tere. non sono frequenti, e chi lo voglia può d'altra parte
sempre richiederlo. Si osservò giustamente da alcuni altri
che il marchio è costoso e che, rendendolo obbligatorio, si
danneggerebbero alcune industrie, specie quelle che fab-
bricano oggetti di poco valore e che poi sono esportati.
Le tasse pel marchio variano secondo la materia e la
forma del metallo lavorato. Pel saggio e marchio di un
oggetto d'argento o d'argento dorato si pagano L. 12,
d'un oggetto d'oro L. 170 per chilogr.
Pel saggio d'un oggetto d'argento o d'argento dorato si
pagano L. 1. d'un oggetto d'oro L. 10 per chilogr. Pel
saggio di verghe e pezzi singoli d'oro si paga da L. 1 a
L. 3 per pezzo, d'argento da L. 0,40 a L. 1,20.
III. Tassa sopra l'emmimie dei biglietti di banca. —
Se sia conveniente o meno che l'industria dell'emissione
della carta monetata sia esercitata direttamente dallo" Stato
spetta all'Economia Politica giudicare. Ad ogni modo, sia
chetale industria venga esercitata direttamente dallo Stato,
sia che venga delegata a, Banche private, lo Stato ne ri-
cava sempre un utile, diretto nel primo caso, indiretto
per mezzo di tasse nel secondo.
In Italia sono tre le Banche che esercitano quell'in-
dustria: la, Banca d'Italia, il Banco di Napoli e i! Banco
di Sicilia. Queste Banche si trovano in condizioni di mo-
nopolio e godono diritti speciali per concessione gover-
nativa: quindi lo Stato, che concede tali diritti, esige in
compenso il pagamento di una tassa,
I	metodi di tassa, sulla emissione ilei biglietti di banca,
possono esser due :
1.	Tassa sulla circolazione.
2.	Partecipazione al profitto netto.
II	primo metodo presenta l'inconveniente di esser un
tributo che colpisce più che altro il prodotto lordo del-
l'industria, non il reddito netto, il quale può non essere
in rapporto all'aliquota di tributo del reddito lordo: l'in-