16 a bocca dolce molti individui, il che faceva esclamare all' illustre ed arguto Ferrara: non sono i 40 mila impiegati che mi fanno paura, ma i 400 mila aspiranti. E vi è un pericolo anche maggiore, e si è il dubbio fondatissimo che il Governo possa esercitare una indebita influenza col maneggio degli orari, delle tariffe, di tutto quanto riguarda il servizio ferroviario in modo da renderlo utile o dannoso a questa o a quella località , a questo o a quel traffico, e da questo punto di vista ci sembra so- verchia ingenuità 1' affermare che è lo stesso che le strade ferrate siano nelle mani del Governo o di Società private. Queste cercano il loro interesse, il quale, consistendo nelP aumento del traffico, viene a coincidere con quello del paese, nè, indipendenti come sono, cedono facilmente a sollecitazioni a cui il Governo non sempre sa o vuole sottrarsi. Chi è al potere in generale ci sta volentieri, e non è ra- gionevole chiedere agli uomini che sono a capo del Governo di non valersi dei mezzi che sono a loro disposizione per rimanervi. Gli eroismi son rari, e le istituzioni libere tendono appunto a garantire la società , per quanto è possibile, dagli effetti della imperfezione umana, cercando, come dicemmo, di non rendere in alcuna sfera il potere assoluto. Il monopolio. â Ma lasciamo da parte la politica e veniamo agli argomenti di ordine economico. In fatto di strade ferrate manca la concorrenza, si dice ; si tratta di un monopolio e, data questa inesorabile condizione di cose, è lo Stato che deve esercitarlo a be- nefizio comune. Anzitutto è una esagerazione 1' affermare questa assoluta man- canza di concorrenza. Vi è una concorrenza nella natura delle cose, quella che con felice espressione lo scrittore sovracitato chiamò concorrenza degli uomini, quella concorrenza che spinse le Meridio- nali a creare la quarta classe e ad abbassare le tariffe al disotto del punto a cui avrebbe potuto mantenerle â che persuase la So- cietà dell'Alta Italia, appena acquistata la rete piemontese, esercitata dal Governo, a scemare le tariffe da tanti anni in vigore â che indusse del pari la Società delle Romane a diminuire i prezzi dei trasporti. E i ribassi, come giustamente notava la relazione della Commissione d'Inchiesta, sarebbero stati certamente maggiori " se il traffico si fosse più rapidamente sviluppato e se non fossero so- pravvenute le crisi commerciali e politiche; il corso forzato; le imposte generali e speciali, o nuove o aggravate ; gli effetti della scala mo- bile ; i riscatti minacciati o pattuiti â che tenevano sospese tra la vita.e la morte le Società . Talvolta poi vi è la concorrenza delle ferrovie parallele, e quella del mare e dei fiumi e delle vie ordinarie,