â 19 i â di carta a corso forzoso. Cosi in Grecia. Il che indica quale influenza abbiano le^neeÃr^tione molto delicata sul,a quale desidero sapere l'opinione dei Congressisti. Ne' Circoli nostri, nelle Banche, Ammmistraz om, v (f uria certa idea che l'aggio in Italia sia dovuto al riscatto di titoli italiani all'estero. à un fatto che noi ogni anno compriamo all'estero una certa quantità di rendita e le statistiche de' pagamenti all' estero dimoiano che la quantità di rendita che abbiamo all'estero va diminuendo ; si tratta di un cento milioni di capitale che riscattiamo dall'estero. Questo fatto va però posto in armonia con altri elementi. E necessario contemporaneamente tener conto de' titoli industriali che continuano a collocarsi ali estero, come le obbligazioni ferroviarie ed altre. Se è aumentato in Italia 1 acquisto di rendita prima impiegata all'estero, vi sono imprese, acquedotti società , case che si costituiscono col concorso dei capitali all'estero. Quindi questa cifra di 100 milioni anche in sé forse rappresenta un'eccedenza nella bilancia monetaria, che non credo sia perciò messa in pericolo. E un fenomeno che merita d'essere indagato più a fondo questo del riscatto delle rendite all'estero. C'è persino chi dice che bisogna fare debiti nuovamente per dare impiego al danaro, quasi che nella nostra regione non ci siaal tra risorsa industriale od agricola da sfruttare. Ma c'è una ragione, eh' la ragione vera per cui noi riscattiamo: la rendita è acquistata da quelli che fanno operazioni di Borsa, avendo la rendita alle Borse estere prezzi meno con- venienti che non nelle Borse italiane. Donde si deduce che questa venuta di titoli esteri in Italia non è tanto una conseguenza di risparmio che non trova impiego nel paese, quanto invece la conseguenza di un discredito cre- scente del nostro credito pubblico all'estero. Questo fenomeno si e accen- tuato dopo due circostanze: dopo che abbiamo creduto che bisognasse au- mentare le imposte sulla rendita, e dopo i disordini di Milano e di altre città Si tratta di un fenomeno che non bisogna considerare da un punto di vista ottimista e neppure pessimista, ma che bisogna esaminare atten- tamente, sopratutto per un'altra considerazione. Quali sono i paesi che respingono o vendono i nostri titoli? L nghri- terrà Ora l'Inghilterra è il paese che è stato sempre più sensibile alle riduzioni degli interessi. Dirò di più; per ragioni che è inutile indagare, l'Inghilterra è il paese che ha la minore fiducia nelle nostre condizioni eco- nomiche. Se davvero si dimostrasse che invece di un fenomeno di risparmio nazionale che viene ad impiegarsi in rendita prima collocata ali estero, noi ci troviamo dinnanzi ad un indizio di sfiducia, questa constatazione dovrebbe molto influire sull'indirizzo della nostra finanza. Ma su questo delicatissimo argomento desidero sentire l'opinione dei Congressisti Anche dato che ciò sia per eccedenza di risparmio, questo esodo di capitali as- solutamente di per sè non può spiegare l'aggio del 7, 8 p. 0t0. Quindi io sono giunto non per volontà mia ed oserei dire, neppure per convinzione mia all'ultima conclusione che i mali economici dipendono piuttosto dallo stato sventurato della circolazione in Italia. Abbiamo qui dati che impressionano. Noi siamo andati sotto una forma o l altra accre- scendo i biglietti circolanti. Secondo 1 dati ufficiali: nel 31 dicembre 1888 erano non meno di 1400 milioni i biglietti circolanti: dopo li vediamo