â 288 â semplice funzione di polizia, non regolata da leggi costanti e solo intesa alla conservazione e alla prosperità dello Stato di diritto (1). Ben più che della libertà economica il K. ebbe il senso vivo e profondo della libertà interiore e spirituale dell'uomo. In ordine ad essa il suo pen- siero sì svolge chiaro, coerente, nè ammette dubbi o restrizioni. Dalla difesa di questa libertà interiore nella duplice forma di libertà religiosa e di pensiero, dal rispetto della personalità così dei sudditi come degli Stati, trae unità , significato, limite, lo Stato di diritto. Il cosidetto socialismo kantiano è la risultante di un complesso di cause di cui alcune estranee al K., altre inerenti al particolare signi- ficato che ebbe nella storia del pensiero il suo sistema filosofico. Ve- dremo come tra le molteplici forme che il pensiero socialista rivestì nel secolo xix, quella che ebbe nome di socialismo razionale o utopi- stico invocò i diritti dell'uomo a giustificazione del movimento operaio, a fondamento di nuove forme di vita sociale. L'inferiorità consacrata nei fatti e nelle leggi di quanti vivevano del lavoro salariato era in aperto contrasto coi diritti sacri e inviolabili della personalità . Nessuna meraviglia quindi che la critica alla civiltà borghese traesse dalla filo- sofia del K., come dalla Dichiarazione dei diritti, argomenti efficaci e suggestivi. Ma la critica intesa a porre la borghesia in contraddizione coi suoi stessi principii costituiva solo il lato negativo del pensiero socialista : questo doveva integrarsi colla ricostruzione di nuove forme di vita sociale. Fu illusione prima, errore poi derivare dalla dottrina dei diritti dell'uomo e da quella dello Stato di diritto che ne fu il com- plemento logico le condizioni di una nuova civiltà . Non si pose mente che tali dottrine dettate dalla esigenza storica e teoretica di affermare l'individualità , astrassero dal concetto di società alla cui ricostruzione intese nel secolo xix nelle sue varie direzioni la filosofia giuridica e politica. Il Kant riassumeva in una concezione unitaria e definitiva due secoli di speculazione intorno ai diritti dell'individuo ne' suoi rapporti collo Stato. La borghesia per opera sua aveva trovato le ragioni teoriche della sua esistenza storica. Ma eravi nella filosofia kantiana il germe di nuovi contrasti ; il problema risolto per l'individuo risorgeva per la società . Questa società doveva risolversi negli individui che la compon- gono, oppure doveva intendersi come un ente nuovo che si affermava contro e sopra l'individuo ? Tale il problema che si affacciava alla spe- culazione del secolo nuovo; esso aveva le sue premesse storiche nel- l'individualismo elei secolo xvm, ma si pose in opposizione a questo. Se non che l'opposizione significò per molti negazione dell'individuo, (1) Cfr. Kant, Ueber den, ecc. (ed. cit., p. 126, nota); Oncken, op. eit., p. 205