â 169 â c) delle società di assicurazione; d) delle Casse di risparmio, il cui bilancio presentò una perdita o non presentò un utile; e) degli istituti di credito, il cui bilancio presentò una perdita o non presentò un utile. Ancora è da osservarsi che, per valutare il reddito impo- nibile dei fabbricati, si includono i meccanismi e apparecchi inamovibili per necessaria infissione al suolo, mentre, nei bi- lanci delle società industriali e commerciali, essi sono valutati separatamente dagli stabili. Infine si avverta che, mentre le valutazioni della Direzione del demanio e delle tasse si riferiscono agli ultimi esercizi finan- ziari, i dati, da cui fu desunto il valore degli stabili dei Co- muni, dei Monti di pietà , delle Confraternite non di beneficenza, delle persone giuridiche soggette all'imposta di ricchezza mo- bile, risalgono a parecchi anni addietro. Bastano, io penso, i dati e le considerazioni precedenti per mostrare come, moltiplicando l'estimo catastale dei terreni e il reddito imponibile dei fabbricati delle persone giuridiche per i coefficienti adottati dalla Direzione del demanio e delle tasse, si resti molto al di sotto del vero. «5. A renderci conto della subvalutazione dei terreni, a cui giunse la Direzione del demanio e delle tasse, sarà opportuno ricordare il metodo seguito da questa nella sua stima. Si moltiplicò per certi coefficienti l'estimo catastale. Ora l'e- stimo catastale in alcune province rappresenta, secondo quanto afferma la Direzione del demanio e delle tasse, l'antico valore dei fondi. Per queste province, furono adottati coefficienti di ca- pitalizzazione di 3 o di 4. Così bassi coefficienti furono adope- rati per le province di Portomaurizio, Ferrara, Forlì, Bologna, Ravenna, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro, Perugia, Roma, Be- nevento. Se non che i valori venali ottenuti in questo modo per i terreni (Cfr. Tavola a pag. 156) sono, specialmente m al- cuni casi, così ridicolamente bassi (p. es. un ettaro di terreno coltivato o meno avrebbe il valore venale di lire 40 a Porto- maurizio, 380 a Ferrara, 210 a Benevento, 540 a Pesaro, ecc.) e tanto diversi dai valori risultanti per le province finitime che viene fatto di domandarci se, in alcune di queste province, 1 e- stimo catastale non abbia in parte o in tutto un significato diverso da quello attribuitogli dalla Direzione del demanio e delle tasse, o se il coefficiente di capitalizzazione così basso non sia stato adoperato per una svista. Per le altre province, l'estimo catastale rappresenta il red- dito Sarà utile, fra queste, fermare la nostra attenzione sulle