202 Vvebb - storia delle unioni operaie in inghilterra - cap. iii. richiesta, dapprima messa in non cale dagl' imprenditori, fu poi op- posto un rifiuto tanto reciso quanto era stato quello del 1853 e del 1857. Il Comitato misto, allora, fece un altro tentativo inviando una peti- zione a quattro ditte scelte a sorte, tra cui vi era la ditta Trollope, che si affrettò a licenziare uno degli operai che avevano presentato il memoriale, provocando così lo sciopero immediato. Entro lo spazio di quindici giorni, ogni padrone delle industrie edilizie di Londra che occupasse più di cinquanta uomini aveva dovuto chiudere la propria azienda; ventiquattromila uomini rimasero senza lavoro. La contro- versia, che infuriò accanita nelle colonne dei giornali contemporanei durante questa battaglia campale tra capitale e lavoro, fece risultare spiccatamente lo stato d'animo degl' imprenditori della capitale, i quali, non tocchi ne dal progresso dell'opinione pubblica, nè dal nuovo tono rispettoso e moderato assunto dai capi delle Unioni operaie, continua- rono nella stessa linea di condotta dei loro predecessori del 1834. Essi rifiutarono assolutamente di riconoscere nei rappresentanti degli operai il diritto a discutere con essi le condizioni del lavoro; ed aggiunsero a ciò ancora un energico tentativo per distruggere tutte le coalizioni, servendosi ancora una volta dell'ormai vecchio Docu- mento. L'Associazione centrale dei padroni delle industrie edilizie decise, in termini quasi identici a quelli dei suoi predecessori del 1834, che « nessun membro di quest'Associazione dovrà impiegare o tenere ancora al suo servizio qualunque individuo che abbia sotto- scritto ai fondi di qualsiasi Unione od associazione operaia, la quale usi di ingerirsi dell'andamento delle aziende, delle ore o delle condi- zioni del lavoro, dei contratti o degli accordi degl' imprenditori o degli operai, o della natura o della durata del servizio ». Questa dichiarazione di guerra contro l'unionismo operaio gua- dagnò agli scioperanti il sostegno di tutto il mondo unionista. Il Comitato centrale della grande associazione dei muratori in pietra, che sinora aveva sconsigliato, giudicandolo prematuro, il movimento metropolitano per le nove ore di lavoro, ingaggiò la lotta.contro il Documento, giudicandola d'importanza capitale. Si tennero numerose riunioni di delegati dei mestieri organizzati della Capitale, affine di radunare tutte le forze dell'unionismo operaio in favore della causa degli operai delle industrie edilizie. Le sottoscrizioni, che piovvero da tutte le parti del regno, dimostrarono che le associazioni operaie possedevano grandi ed inaspettate riserve finanziarie. I lavoranti in pianoforti di Londra diedero 300 sterline, ed i lavoranti in cristallo, che sorgevano appena allora da una lunga lotta combattuta a pro dei loro interessi, mandarono una somma eguale. In tutti i centri indu- striali si formarono « Comitati operai » i quali diedero pure somme ingenti. Glasgow e Manchester mandarono ciascuna piii di 800 ster- line, e Liverpool più di 500. L'Associazione dei minatori del Yorkshire,