CAPITOLO PRIMO 49 del vapore alla navigazione, l'America ha il merito di avere, per la prima, fatto uso considerevole della nuova passibilità , poiché il CLERMONT di Fulton era regolarmente viaggiante fra New York ed Albany, cinque anni prima che la COMET di Bell cominciasse, nel 1812, a fare il primo servizio regolare in Europa (1). Entro 15 an- ni dal successo del « CLERMONT » non meno di 300 vapori erano impiegati sulle rive americane e sui laghi. Mentre alcuni affer- mavano che attreversare l'Atlantico con navi a vapore era assoluta- mente impossibile (2), la prima traversata dell'oceano con una na- ve a vapore veniva effettuata, nel maggio giugno 1819. 11 Savannah, di 300/350 tonnellate, armato con vele e munito di motore ausilia- rio, impiegava 29 giorni e mezzo per attraversare l'Atlantico, e se ancora per altri 10 anni il traffico dell'Atlantico fu lasciato nelle mani dei pacquets americani, nell'anno successivo all'arrivo del Sa- vannah, il primo tentativo di navigazione a vapore da oriente ad occidente, fu fatto da un veliero con motore, che parti da Liverpool per il Brasile (3). Il servizio transatlantico, come esiste oggi, co- minciò realmente nell'anno 1838 con i piroscafi SlRlUS e OREAT WE- STERN (T. 1340), che fu il primo piroscafo disegnato e costruito e- spressamente per il traffico dell'Atlantico e che impiegò 15 giorni all'andata e 14 al ritorno (4). Nell'anno 1839 fu poi fondata la Bri- tish and North American Royal Mail Steam Packet Company, per il trasporto della posta fra Liverpool, e Halifax, Boston e Quebec. Tre piroscafi avrebbero fatto due viaggi al mese con una sovven- zione di 55 mila sterline per anno, elevabile a 81 mila quando il (1) Cfr. Kirkaldy, op. cit. pag. 44. (2) Si attribuì al dott. Lardner, l'opinione che le comunicazioni fra l'Eu- ropa e l'America con bastimenti a vapore, fossero impossibili. Egli si era la- sciato sfuggire di bocca che « l'idea di fare un viaggio diretto da New Jork a Liverpool, fosse perfettamente chimerica e sarebbe stato Io stesso di voler fare un viaggio alla luna ». Egli però spiegò dopo, che intendeva dire che, allo stato delle cose, una tale iniziativa non sarebbe stata remunerativa. (Cfr. Raineri, Vapori vecchi e vapori nuovi in Riv. Mar. giugno 1887, pag. 382). (3) Cfr. Kirkaldy, op. cit. pag. 50-52. (4) Alcuni dettagli del viaggio del Great Western sono pieni d'interesse. Da Bristol a New York percorse 3125 nodi, in media 208 nodi al giorno, con una velocità media oraria di 8,5. Per ottenere tale veloc'tà esso consumò circa 43 tonnellate di carbone al giorno o 650 fra Bristol e New York. Per il viaggio di ritorno esso fece meglio, portando la media a 5 nodi al giorno di più, con la velocità di circa 9 nodi, con una riduzione del consumo di carbone a 28 tonn. al giorno, cioè tonnellate 393 nell'insieme, fatto dovuto probabilmente all'azione dei venti. (Cfr. Kirkaldy, op. cit. pag. 54). corbino 4