â 103 â Soci fondatori o patroni; a questi si aggiunsero Soci ordinari, e liberi o corrispondenti, e così fu costituita la nuova Società Agraria. Con entusiasmo si cominciarono i lavori, e già nel 1788, dopo numerose e attivissime adunanze, appena scorsi due anni dalla fondazione, veniva alla luce, coi tipi del celebrato Briolo, il primo volume delle Memorie, susseguito nello stesso anno da due volumi; nei quali, oltre agli Statuti, ai discorsi inaugurali, si contenevano interessantissimi lavori dovuti a uomini eminenti, chiare illustrazioni della scienza subalpina. I nomi di Giobert, di Dana, di Giulio, di Vassalli, di Mala- carne figurano tra gli altri come autori di Memorie contenute in questi tre primi volumi, testimonii dell'attività sociale. Fra i mezzi più acconci a dare una spinta alla patria agricol- tura, credette fino d'allora la Società Agraria doversi annove- rare la proposta di quesiti da risolversi coll'assegnamento di premi. Dal 1785 al 1788, nel primo periodo della sua evoluzione, due furono i quesiti proposti. Il primo, vinto dal medico Vailua di Asti, svolto in un lavoro interessante, coronato dalla Società Agraria il 31 gennaio 17S7, e pubblicato poi nel primo volume delle Memorie, versava : Sui mezzi pili efficaci per aumentare, migliorare e conservare nei paesi sì di pianura che di montagna la specie bovina. Il secondo, fra sette concorrenti, vinto dal pro- fessore di chimica Giobert, pubblicato poi nel 1790, trattava : I mezzi più facili e più sicuri e più economici per supplire al difetto degli ingrassi adattati alla diversa natura delle terre in Piemonte. * * * Periodo II. 1788-1842. â Tanta attività spiegata in così breve volgere di anni, bastò a levare a chiara fama in Italia e fuori la nuova Società . Vittorio Amedeo III, soddisfatto dell'ala- crità colla quale aveva intrapreso i lavori a vantaggio della patria agricoltura, concedevale con rescritto in data 15 feb- braio 1788, il titolo di Reale Società Agraria, accordandole pure sopra i suoi fondi particolari l'annua dotazione di lire 2400. All'oggetto di perpetuare nei fasti della nazione piemontese la memoria di codesta creazione, ordinava di coniare una grande