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l'esame, ed approvato nella riunione del 20 giugno, con alcune
modificazioni proposte dalla, commissione (7).
In questo statuto i Soci si dividono in Onorari, Ordinari e
Corrispondenti. I primi possono essere fino a venti, ed i secondi
fino a trenta. I Corrispondenti non hanno numero determinato ;
tutti gli Accademici hanno il dovere di portare ogni anno, per
iscritto, qualche memoria, dissertazione, osservazione o espe-
rienza ragionata sulle materie intorno alle quali versa l'Acca-
demia. I Soci onorari sono esentati da questo dovere, ma, per
contro, devono pagare uno zecchino alla loro nomina e poi uno
scudo per anno. Il fatto saliente di questo statuto è che esso si
diffonde nell'esame degli argomenti che devono formare oggetto
di studio dell'Accademia, e tra questi mette in buona evidenza
i quesiti di politica economica e sociale connessi con l'agricol-
tura. Con Motuproprio del 21 luglio 1767, il Granduca Pietro
Leopoldo approvava lo statuto e concedeva un'annua medaglia
d'oro del valore di venticinque zecchini, come premio da confe-
rirsi ad uno studio vincente il concorso annuo da bandirsi se-
condo era previsto dallo statuto stesso.
L'Accademia dei Georgofili cresceva sempre in considerazione
e per questo richiamava su di sè l'attenzione del suo alto Pa-
trono. Così, nel 1783, Pietro Leopoldo, per darle maggiore im-
pulso, considerato che la Società Botanica, fondata nel 1716
dall'illustre Pier Antonio Micheli, viveva una vita stentata ed
i suoi soci più autorevoli, come ad esempio Giovanni Targioni,
erano attivissimi tra i Georgofili, volle fondere le due Società,
dare alla nuova il nome dei Georgofili, ed a questi conce-
dere l'Orto de' Semplici per eseguire esperienze, ed una dote
annua di 400 scudi per le spese necessarie. In conseguenza
della fusione il Governo prescrisse ancora delle massime per
un nuovo regolamento, e per tal motivo quello vigente dovette
essere rifatto (S).
Secondo le nuove costituzioni lo scopo dell'Accademia viene
espresso in poche parole, ma indicanti un campo di azione molto
vasto, nel quale vien messa in piena evidenza la connessione coi
problemi di economia tanto pubblica che privata. Era questo
l'indirizzo voluto dal Governo granducale, che largamente si
serviva dell'opera degli Accademici, e metteva bene a frutto i
modesti aiuti finanziari, per quanto ben larghi nel campo dio-