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mentì dei v irii concorrenti, ossia di tecnici e finanzieri della maggiore
competenza.
Il sistema poi ha per effetto di tenere sempre desto al massimo
grado l'interesse del concessionario per una fabbricazione e distribu-
zione economica del gas. Si noti che il canone per m3 viene percepito
dal Comune su tutto il gas immesso nei gasometri; quindi le perdite
delle canalizzazioni, coeffìcente generalmente così oneroso nell'industria
del gas, fanno esclusivo carico al concessionario. Si è visto così questa
perdita scendere da 15,70% (nell'esercizio 1888-89) a 1,69% (nel-
l'esercizio 1907-08), coefficeute questo che non è forse raggiunto da
nessun impianto sia privato sia pubblico.
Mentre il Municipio si riserva di stabilire entro i limiti contrattuali
il prezzo di vendita ch'esso ravvisa più conveniente per la finanza co-
munale e per lo sviluppo del consumo, e conserva esso solo il plus-
valore finale derivante all'azienda del gas dall'incremento demografico
ed economico della città, la Società rimane dal canto suo interessata
a che la politica del prezzo sia tale da favorire il massimo consumo,
e può a tutte sue spese accordare ai maggiori consumatori quei ri-
bassi che ravvisi convenienti.
La Società non va mai incontro ad alcuna perdita sui capitali da
essa esposti, salvo nel caso di esposizioni incontrate senza giudizio e
senza l'approvazione del Municipio, perchè in qualsiasi evento essa ri-
cupererà questo capitale sotto la forma degli ammortamenti annuali
fissati per contratto, o sotto la forma di rimborso finale dal Municipio.
È così totalmente eliminata quell'alea che rende poco fruttuosi per la
finanza comunale, onerosi pei consumatori, molti contratti d'esercizio
di servizi pubblici, ed espone le compagnie ad un rischio che nulla ha
da vedere colla bontà del loro esercizio industriale.
Qualora la Società, colla bontà della sua gestione, renda florida
l'azienda, essa non se ne avvantaggia soltanto mercè la sua quota di
'2/3 sugli utili annuali, ma anche mediante il più largo indennizzo che
il Municipio le deve pagare in caso di riscatto, il che è provvido
quanto giusto.
Qualora Società e Municipio d'accordo non credano di ripartirsi tutti
gli utili annuali, ma, come spesso è saggio in ogni azienda industriale,
ritengano di accantonarne una parte maggiore o minore sotto forma
di riserve, di conti di previsione, ecc., ciò non pregiudica nessuna delle
parti contraenti, le quali, in ogni evento, si ripartiranno, nella stessa
proporzione di 1 3 e 2/3, queste riserve (1).
(1) Tutt'all'opposto del sistema di Liegi, le norme regolatrici dei liscattiela