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loro diminuzione sia una delle circostanze che valgono a spiegare
l'odierna dinamica della diffusione patrimoniale.
2. La diffusione dei patrimoni tra i morti come indice della
loro diffusione tra i vivi : numero dei proprietari. — Un proble-
ma altre volte discusso (1) riguarda il significato della diffusio-
ne e della distribuzione della ricchezza tra i morti come indice
della diffusione e distribuzione tra i vivi. E' noto che la ricchez-
za dei morti, comunque considerata, sia dall'aspetto della sua
composizione che della sua diffusione, non è soltanto un'imma-
gine ridotta della ricchezza dei vivi ma ne è altresì) una immagi-
ne deformata. Occorre dunque determinare, almeno in via ap-
prossimativa, il senso e la misura di questa deformazione. Inol-
tre, anche se la ricchezza dei morti rappresentasse la ricchezza
dei vivi con sufficiente fedeltà bisognerebbe pur sempre deter-
minare il momento patrimoniale, l'epoca, di cui una data annua-
lità successoria è, nelle sue varie modalità, la rappresentazione.
Problemi questi che, date le fonti statistiche di cui si dispone,
non ammettono soluzioni di tutto rigore.
Si deve in primo luogo tener presente che la distribuzione
per età dei vivi è diversa dalla distribuzione per età dei morti e
che inoltre la distribuzione per età dei morti, con o senza suc-
cessione, è diversa da quella dei morti con successione. Queste
differenze sono poste in evidenza dalla Tavola 37 ; da essa si può
farsene un'idea concreta per quanto almeno riguarda il campo
statistico considerato (Francia: 1906-1908).
Da questa Tavola si rileva, ad esempio, che il 6.88% dei
morti minori di 25 anni lascia una successione finanziariamente
accertata. Possiamo dedurre che il 6.88 % dei vivi, minori di
25 anni, sarebbero egualmente censiti in un eventuale accerta-
mento finanziario del patrimonio dei vivi? C'è da tener presente
l'influenza delle condizioni economiche sulla mortalità. La mor-
ii) Cini, L'Ammontare ecc., §. 159.