ORDINAMENTO MATERIALE DELLA FINANZA	101
capitale che lo Stato richiede con imposta straordinaria, non trasmettono alcun carico ai futuri, e qualora, nella medesima ipotesi, si provveda alla spesa pubblica mediante un prestito, essi trasmettono il carico ed insieme il capitale che occorre a soddisfarlo. E se non hanno il capitale e non possono accumularlo trasmettono il carico ai futuri, ma ugualmente nel caso del prestito ed in quello dell'imposta, poiché questa li costringerebbe alla stipulazione d'un corrispondente debito privato (1).
Ora dunque è chiaro che le imposte ed i prestiti colpiscono i contribuenti presenti o gli avvenire, ma che il fatto di ripercussione dai presenti agli avvenire non muta pel mutarsi della fonte d'entrata. Però siccome quando il contribuente riaccumula il capitale relativo all'imposta o che risponde agli interessi del prestito pubblico, il carico è tutto della generazione presente, se si dimostrasse che i prestiti, cagionando un peso in apparenza più tenue, eccitano in niuno od in minore grado a codesta accumulazione, sarebbe pur provato, che essi più delle imposte tendono a colpire i contribuenti dell'avvenire. E sotto questa forma che viene ripresentata l'erronea dottrina, la quale abbiamo sin qui combattuto, ed è in un saggio del Ricardo che trovasi la base di codesta argomentazione. Egli comincia coll'affermare che « non vi è differenza reale fra il pagamento straordinario di 20 milioni e quello perpetuo di 1 milione annuo, o quello di 1,200,000 lire per 25 anni », ma soggiunge tosto che: « gli individui, che pagano le imposte, non intendono questa equivalenza economica... Sarebbe difficile riuscire a persuadere un contribuente che possiede lire 20,000 od altra somma, che è equipollente un pagamento perpetuo di lire 50 all'anno, od un singolo tributo di lire 1,000. Egli avrà un concetto, vago, se vuoisi, che le lire 50 annue saranno pagate dai posteri e non da lui,., mentre dovendo pagare le lire 1,000 cercherà di risparmiarle, per trasmettere intatto il patrimonio agli eredi » (2). Non possiamo consentire in
(1)	Questa dimostrazione semplice ci pare preferibile a quella complicata del Db Viti nell'art, cit., la quale si basa anche sull'erroneo concetto che i beni interni siano ricchezze.
(2)	D. Ricardo: Essay on the funding system, nelle Works. London, 1888, pag. 539-540. Anche Nebenius sostiene la stessa opinione.