gQ " LE COLONIE DEGLI ITALIANI Quando alle ambizioni giammai sazie ed ai crescenti bisogni europei nuli'altro rimane, si affronta l'Africa, tentata quasi invano dai naviganti di Tiro e dai centurioni di Nerone, appena sfiorata dagli empori fondati sulle vie di Vasco di Gama e di Bartolomeo Diaz, lasciata per più secoli, anche dopo la scoperta, nel più completo abbandono, per guisa che sulle carte dei padri nostri si segnava appena poche traccie oltre il deserto ed i litorali, men che sui primi portolani di Pisa o sul mappamondo di fra Mauro, quando i cartografi davano tanto più libero corso alla fantasia, quanto era maggiore la loro ignoranza. Così anche l'Africa si penetra, si esplora, si conquista alla civiltà. Scienziati e missionari, esploratori e venturieri, cacciatori e mercanti si urtano, si incrociano, vengono tra loro a contesa ; le potenze europee devono acconciarsi agli accordi, riconoscere le occupazioni compiute, spartire fra loro quello che avanza, determinare con trattati anche i confini dei loro possedimenti africani. Che se rimane qualche cosa di non bene determinato, ecco le teorie dell 'hinterland, delle 8 zone d'influenza „, per cui anche nel cuore dell'Africa si trovano piantati termini ideali e sventolano bandiere, che è casus belli oltrepassare od abbattere. Oramai anche la carta dell'Africa, già tanto diversa, somiglia a quelle dell'Europa e dell'America, e quasi nessuna colonia nuova vi può essere fondata in territori che promettano di francarne la spesa. 4. Come non possiamo sperare di trovare terre abitabili al polo antartico, e sappiamo che l'uomo si ritrae anzi sempre più o scompare dalle estreme dimore boreali, dobbiamo affermare, che la terra è tutta occupata. Essa potrà accogliere emigranti, non coloni, potrà essere teatro di nuove battaglie, non continuare quello spettacolo di pacifiche trasformazioni che è gloria, per quanto non scevra di lagrime e di vergogne, della moderna civiltà. Trattasi ora, nel quinto periodo della storia coloniale, in cui siamo entrati, esclusivamente del buon governo e della savia amministrazione delle colonie, del modo di trarne il maggior frutto possibile, conforme ai principii del diritto e alle esigenze