IO CAPITOLO PRIMO Per Adamo Smith, la politica del non intervento statale nelle cose economiche scaturisce dalla suprema identità finale degli interessi privati con quelli pubblici. L'Uomo Economico è mosso dall'egoismo, ma tale egoismo, lungi dal riuscire deleterio alla cosa pubblica, finisce per conciliarsi perfettamente con essa. Infatti lo Smith si sforzò di dimostrare, con rigore di logica, che la libera concorrenza porta ad un livello basso dei prezzi quale è confacente all'interesse del consumatore; l'offerta si adatta spontaneamente alla domanda ed i capitali disponibili si impiegano nella produzione di quei prodotti che, date le relative condizioni climatiche dei singoli paesi, oppure per alti vantaggi ambientali, vi si possono produrre meglio o più convenientemente che altrove. Quindi, secondo lo Smith, potrebbe ottenersi, nell'economia detta libera, non soltanto il massimo rendimento del capitale nazionale esistente, ma nello stesso tempo pure la massima celerità nell'aumento sia del capitale stesso, che degli utili da esso derivanti, anche senza che vengano stipulate, ali uopo, apposite leggi statali regolative (1). L'egoismo facendo da sè induce l'uomo a seguire un leitmotio che gli servirà da criterio per ogni suo atto economico. Ed è questa l'origine della legge del minimo mezzo. A b) citeremo la formula tipica dell'Yves-Guyot : « Les individus travaillent et épargnent, les gouvernements éparpillent et s'endettent » (2). Aggiungeremo alcune frasi, non meno tipiche, di un (!) Adam Smith, Atì inquiry into the wealth of natiom. Londra, 1826, Dove, p. 421. (2) GaEtaN PlROU, Les doctrines économiques en France de- puis 1870. Parigi, 1925, Colin, p. III.