— 66 — zione dell'Italia dallo straniero, l'accordo fra i Signori dellai Penisola, l'indipendenza. Scrive il Farinelli : « Come egli (Petrarca) deliberatamente atteggia la vita sua alla vita antica e di fantasmi romani popola le sue solitudini, egli avrebbe pur voluta la Patria rifatta, trasfusa in Roma, risorta a « gente di ferro e di valor armata — siccome in Campidoglio al tempo antico — talor per Via Sacra o per via Lata » (51). Benché non uomo politico, e più dedito alla contemplazione che all'azione, e facile così ai subiti entusiasmi come agli scoramenti, tuttavia il Petrarca non solamente con le Canzoni celebrò il suo amore all'Italia. Il quale amore non va scambiato per generico patriottismo, chè, all'opposto, diede luogo a pratici, preziosi suggerimenti invano rivolti ai potenti ed ai popoli della Penisola : « pulcra parens : terrarum gloria ». Nella stessa celebre canzone all'Italia — dov'è come un'eco della virtù dantesca — rifulge l'aspirazione petrartesca a redimere l'Italia dall'obbrobrio delle milizie mercenarie, dalle lotte fratricide, e la confidenza nel valore antico, romano, del popolo che, per quel valore appunto, risorgerà. La verità è che il Petrarca non ci ha lasciato una teorica politica nè un preciso disegno politico. All'opposto, l'episodio dell'infatuazione per Cola di Rienzo è forse bastevole a lasciar presumere con quanto poco costrutto il poeta avrebbe operato sul terreno della realtà, che d'altronde neppure lo tentava. Ma quale ardore, quale nuovissimo sentimento di italianità nelle lettere del poeta al tribuno. L'insufficienza e fors'anche la viltà plebea di Cola, « il retore fatuo », « il villan rifatto » che « da buon demagogo peccava nel ventre » (52), nulla tolgono alla commovente esaltazione di Petrarca per il progettato disegno di dar vita nuova alla Repubblica del popolo romano attorno alla quale si sarebbero unite (51) A. Farinelli, Francesco Petrarca, Discorso al Circolo accademico italiano di Vienna, Tipografìa Cobole Priora, Capodistria, 1905. (52) Gabriele D'Annunzio, La vita di Cola di Rienzo, Treves, Milano,. 1921, c. XV, pag. 66.