— 68 — cioè apre il varco alla sistematica che si affermerà definitivamente soltanto due secoli dopo. Del pari spetta a Machiavelli il merito — condiviso con il Guicciardini suo contemporaneo ed a lui uguale per l'ambizione politica, da lui diverso per l'ampolloso stile letterario e per la freddezza angusta dell'animo — di avere iniziato il metodo storico ; la moderna storiografia muove da lui che alle Cronache del Villani oppone l'interpretazione psicologica dei fatti attraverso la quale la storia diventa maestra della vita e lo storico pedagogo del popolo. La moralità di Machiavelli storico sta appunto in ciò che egli considera la storia come esperienza e ne trae motivo di insegnamento politico. Alfredo Oriani, in un suo saggio sul Machiavelli, pieno di originalità ma non altrettanto acuto, afferma che il Fiorentino non « fu mai veramente altro che un pittore della politica )> (55). Ma quel giudizio resta troppo al di sotto del vero e la purezza stilistica del Machiavelli — della quale l'Oriani giustamente esalta il pregio immortale — non basta a giustificarlo. L'Oriani che anche qui, come spesso altre volte, procede sulle orme del Ferrari, che aveva negato al Machiavelli virtù di pensatore ed aveva fatte riserve sulle qualità dello storico, non vede se non l'artista che « colpito dalla fatalità assassina della politica di allora, vi ragionò sopra senza oltrepassarla » (56). L'ingiustizia del verdetto ha perfino sorpreso il Pentimalli, il quale, biografo e critico affettuosissimo dell'Orfani ma onesto, non ha potuto fare a meno di lamentare la scarsa simpatia (che del resto spiega in modo abbastanza convincente) dello storico di Casola Valsenio per il più discusso fra i nostri scrittori (57). Ma — messa fuori causa la potente originalità dell'opera machiavellica che la stessa sua fama così durevole, e così varia, dimostra — non riteniamo di dovere considerare qui neppure i più illustri fra i moltissimi che ne esaltarono i precetti, come il (55) Alfredo Oriani, Fino a Dogali, « Opera omnia », Capelli editore, Bologna, pag. 194. (56) A. Oriani, op. cit., pag. 238. (57) Giuseppe Pentimalli, Alfredo Oriani, « La Voce », Firenze, 1921, pagg. 362-368.