ma che da quasi tre quarti di secolo si viene prospettando e dibattendo, quello dell'esercizio di operazioni attive da parte delle filiali, per una di- stribuzione territoriale del credito che meglio stimoli le attività produttive nell'interesse collettivo. Innovazioni pure notevoli sono state recate all'ordina- mento per la raccolta dei risparmi, così da renderlo meglio pieghevole alle varietà di condizioni della clientela. Merita richiamo anche la ripresa nel febbraio 1922, dei conti correnti cambiari e ipotecari, da gran tempo sospesi per gravami fiscali ora ritenuti indebiti. L' ulteriore afflusso I v • . i- i • . . . . di Spositi. 1 dlvers! stadl descritti per questo quadriennio di economia post-bellica, — segnalati tutti in varia maniera da gravi anormalità di situazioni e di vicende — non hanno nitida distinzione nella vita e nell'opera dell'Istituto, vita ed opera che sempre ha risentito della situazione critica in cui si dibat- teva il Paese. Poco dopo la chiusura delle ostilità, la Cassa ha ripreso l'eser- cizio delle sue funzioni tutte secondo le disposizioni normali, sospendendo i vincoli particolari ancora vigenti. Il cumulo dei depositi dai 1245 milioni esistenti alla fine del 1918, è salito a 2289 milioni alla fine del 1922: l'in- cremento avvenuto in quattro anni è di poco inferiore alla somma accumu- lata lungo i 96 anni precedenti; l'incremento è invero imponente, ma a determinarlo opera pur sempre il fattore della inflazione cartacea; questo fattore si è presentato più blando negli ultimi anni e particolarmente nel 1922, ma è notorio come molte ripercussioni di questo fenomeno monetario si presentino sensibilmente tardive. Ad ingrossare la corrente dei depositi riversantisi nelle casse dell'Istituto ha contribuito anche la condizione di crisi e di incertezza rispetto all'avvenire prevalente lungo gran parte del quadriennio; l'esperienza secolare mostra come i perturbamenti economi- ci dilatino piuttosto che ridurla, la corrente dei depositi. Minime anche sono state le ripercussioni del dissesto della Banca Italia di Sconto, contraria- mente a quanto è avvenuto presso le banche ordinarie ed anche presso molti istituti raccoglienti risparmi; soltanto presso alcune poche filiali situate nella provincia di Milano si è verificato lungo la seconda metà del febbraio 1922 e nei primi giorni di marzo un frettoloso ritiro di depositi concretantesi nella cifra di 14 milioni e mezzo contro 2 milioni e mezzo di versamenti e contro 286 milioni accumulati, — presso le filiali della zona dove il panico si mostrò — alla fine del dicembre precedente : la sollecitudine e larghezza con cui si provvide alle domande dei depositanti contribuì tosto a eliminare ogni timore e a restaurare condizioni normali di svolgimento degli affari presso le filiali stesse; la poca entità di questa ripercussione del dissesto è tanto Ipiù notevole se si considera che la Banca caduta aveva avuto origine in Lombardia ed in Lombardia teneva ancora molti stabilimenti ed una larga clientela anche fra le popolazioni campagnuole. Prescindendo dallo svolgimento dei frutti, la eccedenza dei versamenti sui rimborsi è stata di milioni 146 e mezzo nel ¡919; 148 e 1/3 nel 1920; 279 e 1/5 nel 1921 e nel 1922. L'eccedenza dei depositi si è presentata nei vari anni lungo quasi tutti i mesi; eccessi di rimborsi si hanno quasi sol- 72