La maggiore parte dei fondi che affluiscono ora alla Cassa lombarda e che sono cresciuti molto negli ultimi tempi derivano dagli agiati : « se altro non fosse non si saprebbe concepire come la massa dei depositi salga ora a più di trenta milioni, quando alla fine del 1847, anno ultimo di quel periodo nel quale la prosperità economica di queste provincie erasi innalzata mano mano fino ad un punto non mai raggiunto per lo innanzi, e quindi l'industria, il lavoro, le fonti tutte del risparmio erano incomparabilmente più copiose, giungeva appena a circa 17 milioni». Per queste considerazioni la relazione si chiede « se convenga molti- plicare gli istituti, per andare a raccogliere più minutamente per tutto il ter- ritorio, più assai il danaro del facoltoso che quello del povero, e rendere più penose le cure dell'amministrazione per un reimpiego che diverrebbe a gra- do a grado meno proporzionato al bisogno ». Il Robecchi nega recisamente questa convenienza, e per respingere il principio di una ulteriore espansione della Cassa si richiama anche ai pericoli dell'impiego dei capitali: «Non si può a meno di pensare che una soverchia concentrazione di capitali nella Cassa di Risparmio produrrebbe quasi un monopolio nel loro movimento, che ad essa convergerebbe e da lei partirebbe, come centro di una circola- zione, che per produrre i suoi effetti economici ama di essere libera, anzi- ché obbligata sia dalla legge, sia dall'adescamento di preponderanti influen- ze. Più cresce questa concentrazione, più scemano quei piccoli impieghi che i minori capitalisti fanno tuttodì prestando piccole somme agli industriali, e che determinati unicamente dalla fiducia personale, alimentano le arti porgendo loro il sussidio di quei capitali che la Cassa di Risparmio non po- trebbe più diffondere fra esse, perchè costretta a misurare i propri investi- menti non dalla persona, ma dalla cauzione. Laonde il promuovere più atti- vamente questa aspirazione del denaro circolante finirebbe per recare danni economici assai maggiori dei vantaggi che si ha mira di ottenere ». Questa relazione è stata inviata alla Luogotenenza, ed un dispaccio di questa in data 3 dicembre 1852 a firma Pascotini, accoglie le affermazioni della Commissione centrale, dichiarandosi persuasa che le Casse filiali di risparmio già esistenti bastano al servizio della popolazione : « prevalendo però presso molti un diverso avviso e ritenendosi generalmente vantaggiosa la fondazione di nuove Casse di Risparmio almeno nelle più grosse bor- gate, vedrebbe volentieri la Luogotenenza che i giusti principi e le sagaci vedute della Commissione venissero compendiosamente accolte in un articolo per l'appendice della Gazzetta Ufficiale a conveniente istruzione del pub- blico ed in emenda delle meno esatte opinioni sull'argomento». (I). (I) Dall'esame delle posteriori annate della Gazzetta Ufficiale di Milano non risulta che il richiesto articolo sia stato pubblicato. 85