cap. vi.] divisione dei. lavoro sociale 83 nelle città di mare si stabiliscono case d' importazione o di esportazione, e così via di seguito. La divisione del lavoro non presuppone soltanto una comunanza sociale, ma anche un adattamento, un' organizzazione fra i lavori specializzati, i quali devono potersi eseguire senza interruzione, colla massima uniformità e contemporaneamente, mettendoli in opportuna relazione tra loro. Non può esister, dunque, divisione di lavoro sociale, se coloro che vi partecipano non squo in qualche modo organizzati. Tale organizzazione può essere o coattiva o libera: 1' una deriva da una comunità già costituita, l'altra produce questa comunità quasi spontaneamente, determinando la cooperazione tra i vari compiti differenziati; e tutte e due danno luogo a quattro forme di divisione del lavoro. L' organizzazione dei partecipi ad essa è coattiva: 1) nella famiglia, specialmente in antico, nei chiostri, nelle caserme, nelle case di lavoro ec., che assegnano ai loro membri determinate funzioni in cambio di tutto ciò che è necessario alla loro esistenza, che si reggono o sull' affetto, o sulla religione, o sopra una severa disciplina, e che rappresentano un sistema utile certo in alcuni casi eccezionali, ma di cui sarebbe utopistico il pretendere un' applicazione più estesa e generale; 2) negli stati antichi, aventi una costituzione sacerdotale o guerriera, che hanno schiavi e servi, che pagano gì' impiegati con prestazioni naturali, che assegnano funzioni apposite alle famiglie aristocratiche, stabilendo una separazione di classi e di uffici. E libera: 3) negli stati moderni, con un gran numero d' impiegati, liberamente scelti, istruiti, pagati col ricavo delle imposte, in cui le funzioni pubbliche divengono un compito speciale di chi vi si consacra, ed in